Cronaca giudiziaria

Il giudice assolve il rifugiato che accoltellò sei persone: "Incapace di intendere e di volere"

Il ventisettenne somalo, che lo scorso settembre accoltellò sei persone a Rimini (tra le quali un bimbo di cinque anni), è stato assolto dall'accusa di tentato omicidio a seguito dell'esito perizia psichiatrica

Una fase dell'arresto dell'uomo
Una fase dell'arresto dell'uomo

Diede in escandescenze sul bus, dopo esser stato trovato senza biglietto, accoltellando sei persone (fra cui un bimbo di soli cinque anni). Il giudice, però, lo ha assolto sulla base della perizia psichiatrica in quanto giudicato totalmente incapace di intendere e di volere: dovrà restare per i prossimi otto anni nella Residenza per l'esecuzione delle misure di sicurezza dove si trova attualmente. E la sentenza si ripercuoterebbe anche sugli accoltellati, che non possono a questo punto ottenere alcun risarcimento. Questi gli ultimi sviluppi sul caso di Somale Duula, il ventisettenne originario della Somalia che nel settembre del 2021 si scagliò in preda all'ira contro sei cittadini a Rimini. Stando alla ricostruzione degli inquirenti, l'uomo aveva chiesto lo status di rifugiato e risultava in quel momento ospite di una struttura della Croce rossa della Riviera Romagnola.

Vittime senza risarcimento?

Quel giorno lo straniero era salito su un autobus della città romagnola, ma era stato sorpreso senza alcun titolo di viaggio dai controllori. Quel che questi ultimi non potevano sapere, a posteriori, era che il somalo avesse una sorta di fobia: odiava a quanto sembra essere ripreso da macchine fotografiche o telecamere. E quando le due dipendenti della società che gestisce il trasporto pubblico locale lo avrebbero fotografato per proseguire con le operazioni di accertamento, l'africano avrebbe estratto un coltello dallo zaino e le avrebbe accoltellate dinanzi agli occhi attoniti degli altri viaggiatori. Il conducente avrebbe fermato immediatamente il mezzo per farlo scendere ma il giovane, ormai fuori di sè, avrebbe continuato a correre verso il centro storico riminese. E nel tragitto avrebbe aggredito con la lama altre quattro persone, fra cui un bambino che passeggiava con la madre. Il piccolo, trasportato d'urgenza all'ospedale locale, era stato sottoposto ad un delicato intervento chirurgico per ricostruire la carotide e solo dopo alcuni giorni di degenza era stato dichiarato fuori pericolo.

L'uomo era stato arrestato e processato anche per tentato omicidio. Dopo la perizia psichiatrica dello scorso novembre però, era stato dichiarato altamente pericoloso e affetto da schizofrenia paranoide e la giustizia si è espressa sulla base di queste disposizioni. E per le vittime, si prospetta una doppia beffa: in assenza di condanna, rischia seriamente di venir mento anche l'indennizzo a loro favore, visto che il magistrato non si può esprimere in sede civile. Pertanto, non potranno accedere al fondo riservato alle vittime di violenza. I legali dei sei hanno però annunciato battaglia: stando a quanto riportato dai quotidiani locali, l'intenzione è quella di chiedere che a rispondere dei comportamenti dell'extracomunitario sia il soggetto che avrebbe dovuto controllarlo.

E il percorso giudiziaria, a questo punto, promette di andare avanti ancora a lungo.

Commenti