
Cosa c'è davvero dietro il messaggio lasciato da Michele Bertani sui social poco prima di togliersi la vita? Il caso Garlasco fa ancora discutere in attesa dell'inizio dell'incidente probatorio. Sono tante le suggestioni che ruotano attorno all'omicidio di Chiara Poggi, che non riguardano l'indagine che sta conducendo la procura di Pavia. Il settimanale Gente ha provato a cercare una lettura alternativa al post di Bertani lasciato su Facebook. La sua figura è estranea all'indagine sull'omicidio della giovane ma essendo all'epoca amico di Andrea Sempio, e del gruppo di Garlasco, quel suo messaggio ha attirato l'attenzione dell'opinione pubblica. "La Verità Sta Nelle CoSe Che NeSSuno sa!!! la Verità nessuno mai te la racconterà", scriveva il ragazzo in quel messaggio social. Questo è un verso di una canzone dei Club Dogo che in tanti hanno provato ad accostare al caso di Garlasco.
Lo stile di scrittura con queste lettere maiuscole alternate senza un apparente senso logico alle lettere minuscole era in voga anni fa tra i giovani e non ha mai destato particolare sospetto. Tuttavia, la redazione del settimanale Gente ha provato a cercare una "chiave di decriptazione" di quel messaggio, sostenendo di averne trovata una che attinge all'ebraico. Su Facebook, Bertani aveva un nick name che richiamava la Cabala, Mem He Shin, che richiama il quinto nome di Dio. Stando a questa lettura, eliminando le lettere maiuscole dalla frase e lasciando solo quelle minuscole si verrebbe a formare la scritta "a eria' ta elle oe he euno sa" che, traslitterata in alfabeto ebraico, vorrebbe dire "c'era una ragazza lì che sapeva". Alcune verifiche effettuate non hanno portato tale riscontro ma è probabile che nelle prossime settimane questa suggestione prenda piede nell'opinione pubblica.
Nel frattempo gli investigatori della procura lavorano a tamburo battente per studiare i reperti e le analisi effettuate nel 2007 per verificare se possano esserci elementi che in quell'occasione non sono stati considerati importanti per l'indagine ma che, con le nuove tecnologie, possono rivelarsi utili.
I periti incaricati dal gip di Pavia, Daniela Garlaschelli, sono il commissario capo Denise Albani e il sovrintendente tecnico dattiloscopista Domenico Marchigiani, entrambi della Polizia Scientifica di Milano. Giovedì 12, alle ore 10, si recheranno al Comando provinciale dei Carabinieri di via Moscova e poi, nel pomeriggio dello stesso giorno, all'Istituto di Medicina legale di Pavia.