“Una ragazza sapeva”. Ma il mistero su Garlasco resta

Qualcuno ha cercato di decrittare il post di un amico di Andrea Sempio: l'ultima teoria sul delitto di Chiara Poggi

Screen "Chi l'ha visto?"
Screen "Chi l'ha visto?"
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Una teoria fantasiosa in una lingua misteriosa. Quali sono i fatti relativi al delitto di Garlasco? Uno: Chiara Poggi è stata trucidata nella sua casa il 13 agosto 2007. Due: dopo un lungo iter giudiziario, nel 2015 è stato condannato il fidanzato Alberto Stasi, che sta scontando una pena di 16 anni. Tre: a marzo 2025 gli inquirenti hanno iscritto nel registro degli indagati, per concorso in omicidio con ignoti o con lo stesso Stasi, un amico del fratello della vittima, Andrea Sempio. Ma nella vicenda polarizzante di quest’omicidio, si stagliano le teorie più diverse.

Una di queste ha a che vedere con uno scandalo sessuale che interessò il santuario della Madonna della Bozzola, e che portò nel 2014 a due condanne per estorsione. Due uomini rumeni, oggi latitanti, avevano infatti ricattato il rettore, minacciandolo di diffondere materiale audio e video relativo ad atti sessuali con minorenni. Flavius Savu, questo il nome di uno dei due condannati, sostiene che Chiara Poggi sia stata uccisa perché aveva scoperto qualcosa.

Non è possibile verificare se le parole che Savu ha pronunciato alla trasmissione “Chi l’ha visto?” possano essere o meno veritiere, ma l’ipotesi che l’omicidio possa essere stato commesso da un sicario è sostenuta anche dall’avvocato di Sempio, Massimo Lovati. E sempre “Chi l’ha visto?”, la scorsa settimana, aveva posto l’accento su un nome collegato a Sempio.

Si tratta di Michele Bertani, amico di Sempio negli anni dell'adolescenza e morto suicida a marzo 2016. Secondo Savu, come riporta Il Tempo, Bertani sarebbe stato chiamato “il picchiatore”, mentre il soprannome di Sempio sarebbe stato “il sadico”. Sempre secondo Savu, i due avrebbero avuto in qualche modo a che fare con lo scandalo sessuale oggetto della condanna del 2014.

Bertani non può più parlare, ma fino a qualche giorno fa era visibile il suo profilo Facebook, cristallizzato appunto fino al giorno della sua morte. La trasmissione di Rai 3 aveva sottolineato come in quel feed fosse presente una foto del giovane al santuario, mentre il 19 gennaio 2016 Bertani aveva postato la citazione di un brano dei Club Dogo uscito a maggio 2007: “La VeriTa Sta Nelle CoSe Che NeSSuno sa!! la Verità nessuno mai te la racconterà…”.

Il nickname di Bertani era Men He Shin, che nella Kabbalah indica il quinto nome di Dio. Così qualcuno, non ravvisando che nel 2017 andava “di moda” usare le lettere alternate in quel modo sui social e sui blog, anche senza che ci fosse un significato preciso, ha provato a traslitterare le lettere minuscole in ebraico, tirando fuori prima “הייתה שם ילדה שידעה” e poi “c'era una ragazza lì che sapeva”, come fosse un riferimento a Chiara Poggi.

Ci sono però una serie di problemi in questa traslitterazione. Il primo: non se ne conosce la metodologia. Il secondo: la frase in ebraico contiene una serie di suoni affricati affatto presenti nelle minuscole del post di Bertani.

Terzo: “הייתה שם ילדה שידעה” significa davvero “c'era una ragazza lì che sapeva” (sebbene forse bambina sia più letterale di ragazza), tuttavia quelle lettere ebraiche, che tra l’altro si leggono da destra a sinistra, non corrispondono a “a eria' ta elle oe he euno sa”, ovvero le minuscole del post.

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