Cronaca giudiziaria

Chi è Aldo Spinelli, imprenditore con la passione per il pallone

Presidente di Genoa e Livorno ma soprattutto imprenditore nella logistica portuale e nei trasporti, Aldo Spinelli è ora indagato con il figlio dalla procura di Genova

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Tra le 10 ordinanze di misura cautelare alle quali questa mattina, 7 maggio, la Guardia di finanza ha dato seguito, ci sono anche quelle nei confronti di Aldo Spinelli e del figlio Roberto. Il primo, oggi 84enne, è accusato di corruzione nei confronti di Paolo Emilio Signorini, ex presidente dell'autorità portuale di Genova e Savona, attuale ad di Iren, e del Presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, anche lui colpito da misura cautelare. Il figlio, invece, è accusato di corruzione nei confronti del Presidente della Regione Liguria. Aldo Spinelli è stato colpito da una misura cautelare ai domiciliari mentre Roberto Spinelli è destinatario della misura interdittiva del divieto temporaneo di esercitare l'attività imprenditoriale e professionale.

Aldo Spinelli è un imprenditore, fondatore di un potente gruppo operante nella logistica e nei trasporti portuali. È uno dei grandi imprenditori della logistica e dei trasporti marittimi in Italia e la sua società ha diverse sedi in tutta Italia: oltre a Livorno, infatti, il Gruppo Spinelli è presente a Livorno, Napoli, Salerno, Cagliari. Ha iniziato la sua attività nel 1963 e da quel momento non si è mai fermato, arrivando ai vertici di un settore che per il nostro Paese è cruciale per il commercio e l'economia.

È molto noto in Liguria soprattutto per essere stato presidente della squadra del Genoa, che sotto la sua gestione, iniziata nel 1985, salì dalla serie B alla serie A, arrivando perfino in finale di Coppa Uefa. Furono 13 anni in chiaroscuro che si conclusero in modo traumatico proprio dopo i fasti europei. "Dopo quelle splendide vittorie non andava bene più niente, mi contestarono, arrivarono persino davanti a casa mia. Giurai di vendere il Genoa e di non tornarci più, neppure se me lo avessero regalato", disse in un'intervista al Corriere della sera. Era un presidente-tifoso che non ha mani nascosto la sua passione per i rossoblu liguri, nemmeno quando è stato presidente del Livorno a partire dal 1999. Prese la squadra dalle serie minori e la portò in serie A, per poi lasciarla quando, a causa di gravi problemi, venne retrocessa in eccellenza.

Ama esser chiamato "u sciu Aldo", mentre la tifoseria livornese lo ribattezzò amichevolmente il "Giallone". Di origini calabresi, fin da bambino si trasferì a Genova con i genitori. È quello che gli americani definirebbero un "self-made-man", un uomo d'affari dal patrimonio importante, che ha sempre avuto il pallino degli affari, insieme a quello per il calcio.

È accusato di aver versato 74mila euro in diverse tranche, tra le quali una come contributo di partecipazione a una cena elettorale, al "Comitato Giovanni Toti" in cambio di "soluzioni".

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