La Corte dei Conti: emergenza carceri insostenibile

I giudici contabili: in dieci anni misure inefficaci. Il piano del governo contro il sovraffollamenti

La Corte dei Conti: emergenza carceri insostenibile
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«Il sovraffollamento carcerario è un’emergenza da sanare al più presto». Lo scrive la Corte dei Conti nella relazione «Infrastrutture e digitalizzazione: Piano Carceri», approvata dalla Sezione centrale di controllo sulla gestione delle amministrazioni dello Stato. Secondo i giudici contabili, a dieci anni dalla conclusione della gestione commissariale, l’attuazione del Piano «evidenzia situazioni critiche di sovraffollamento carcerario che - soprattutto in Lombardia, Puglia, Campania, Lazio, Veneto e Sicilia - assumono contorni ai limiti dell’emergenza, anche alla luce dei dati del ministero della Giustizia».

L’emergenza carceri, con sovraffollamenti che sfiorano il 200% in alcuni penitenziari, sotto il 123% (percentuale massima secondo la Corte europea dei Diritti dell’Uomo per evitare di sanzionare l’Italia) con 62.165 detenuti per 51.323 posti, molti dei quali inagibili. L’emergenza è legata secondo la Corte dei Conti alla «mancata realizzazione di numerosi interventi e l’urgenza di completare quelli di manutenzione straordinaria già avviati, per migliorare le condizioni ambientali, igienico-sanitarie e di trattamento all’interno degli istituti».

In realtà, come «il Giornale» aveva scritto, esiste un progetto per realizzare delle mini strutture in grado di togliere dai penitenziari i detenuti più fragili, accompagnato da una stretta sul carcere duro per evitare che le carceri diventino ostaggio dei boss.

Tra le cause della mancata attuazione ci sarebbero molteplici cause, «dalle inadempienze contrattuali da parte delle imprese, ai mutamenti repentini delle esigenze detentive rispetto al passo dei lavori, fino alle carenze nei finanziamenti necessari per attuare le modifiche progettuali, con la necessità - è il richiamo ulteriore dei giudici contabili - di applicare il principio dell’individualizzazione della pena, che impone una corretta collocazione dei detenuti all’interno delle strutture in base alla loro condizione giuridica e alle esigenze trattamentali».

Ecco perché serve una stima «realistica» dei costi e una «pianificazione efficace delle risorse e dalla definizione di linee guida per le strutture penitenziarie, coerenti con gli standard minimi

europei e internazionali». Pd e Azione accusano il governo di lassismo, ma in questi dieci anni la sinistra quando era al governo non ha evidentemente fatto abbastanza per scongiurare l’emergenza con misure credibili.

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