Cronaca giudiziaria

Cospito, chiesta l'archiviazione per Delmastro: "Non c'è reato"

Gli atti provenienti dal carcere di Sassari erano stati letti nel gennaio scorso in Aula da Giovanni Donzelli, consegnategli proprio dal sottosegretario: per la procura di Roma non esiste "l'elemento soggettivo del reato"

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Sul caso Cospito non ci fu alcuna rivelazione del segreto d'ufficio. Dopo più di tre mesi di attacchi e falsità da parte dell'opposizione, arriva finalmente una primo tassello sulla questione giudiziaria che ha coinvolto Andrea Delmastro Delle Vedove. La procura di Roma di Roma ha deciso infatti di chiedere l'archiviazione dell'inchiesta che era nata nei confronti del sottosegretario alla Giustizia, accusato di rivelazione di segreto per avere passato delle carte al deputato Giovanni Donzelli relative ad alcune conversazioni avute dall'anarchico Alfredo Cospito con altri reclusi del carcere di Bancali, a Sassari, durante l'ora di socialità prevista dal regime 41-bis al quale è sottoposto. Nella nota diffusa da piazzale Clodio, nel testo inviato al giudice, i magistrati hanno scritto che la richiesta di archiviazione è stata "fondata sull'assenza dell’elemento soggettivo del reato, determinata da errore su legge extrapenale". Il gip di Roma, a quanto si apprende, ha fissato per il mese di luglio l'udienza per decidere sull'archiviazione. Insomma: la verità sta per arrivare a galla dopo che in quelle settimane la sinistra aveva tentato di tutto per fare fuori Delmastro dal governo.

L'intera vicenda esplose il 31 gennaio 2023 a seguito dell'intervento nell'Aula di Montecitorio di Donzelli. Il deputato di Fratelli d'Italia aveva citato il contenuto di alcune conversazioni ascoltate dagli agenti di polizia penitenziaria tra l'anarchico ed esponenti della criminalità organizzata al carcere duro: "Il 12 gennaio 2023, mentre parlava con i mafiosi, Cospito incontrava anche i parlamentari Serracchiani, Verini, Lai e Orlando. Io voglio sapere se la sinistra sta dalla parte dello Stato o dei terroristi". Dopo un esposto presentato da Angelo Bonelli dei Verdi era stata così aperta l'inchiesta. Le frasi di Cospito e dei suoi interlocutori intercettate dagli agenti erano inerenti la sua battaglia contro il 41 bis e le proteste di sostegno da parte della galassia anarchica. Considerazioni come "fuori non si stanno muovendo solo gli anarchici, ma anche altre associazioni. Adesso vediamo che succede a Roma", erano contenute in una relazione di servizio della polizia penitenziaria trasmessa al Dap, poi arrivata nelle mani di Delmastro, che a sua volta - come lui stesso ha ammesso - ne aveva rivelato il contenuto a Donzelli che poi l'ha citato alla Camera.

"Ho sempre avuto fiducia, me lo aspettavo, l'ho sempre detto. Sono rasserenato dalla richiesta della Procura della Repubblica". Così parlando con l'Adnkronos il sottosegretario Delmastro commenta la richiesta di archiviazione da parte della Procura di Roma. "Chiunque mischi, nel bene o nel male, politica con processo penale, compie un errore. L'unica cosa certa è che io ho operato secondo coscienza e correttamente. Ognuno ha fatto la sua partita, io sono convinto delle posizioni assunte".

Le indagini dei magistrati, che hanno ascoltato diverse persone informate sui fatti come il capo del Dap Giovanni Russo, hanno poi appurato che quei documenti non erano stati trasmessi dal Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, ma erano stati espressamente richiesti dallo stesso sottosegretario. Inoltre il Gran giurì della Camera aveva già assolto il parlamentare Fdi dall'accusa di aver leso l'onore della delegazione dem che a gennaio fece visita all'anarchico Alfredo Cospito, detenuto al 41bis. "Le parole utilizzate nell'intervento in Aula" di Donzelli, seppur "con toni che appaiono politicamente aspri, intendevano essere testimonianza di una preoccupazione riguardo ad eventuali effetti indiretti su un affievolimento" del carcere duro, e pertanto "non sono lesive dell'onorabilità dei deputati del Pd Debora Serracchiani, Silvia Lai e Andrea Orlando", davvero erano "interessati alla salute e alle sue condizioni di detenzione". Ma all'opposizione non era bastata: audizioni, interrogazioni, richieste di dimissioni avevano riempito le assurde discussioni parlamentari di Partito Democratico e Movimento 5 Stelle per più di due settimane, cercando anche di sfruttare il più possibile (ma inutilmente) la scia degli ultimi giorni di campagna elettorale per le Regionali in Lazio e Lombardia.

Tuttavia, dopo già quelle batoste elettorali, ora anche per Delmastro potrebbe finire presto questa surreale vicenda giudiziaria.

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