Cronaca giudiziaria

Inchiesta Covid, Conte e Speranza indagati dalla procura di Bergamo

I filoni d'indagine sono complessivamente tre. Tra gli indagati dalla procura di Bergamo anche Attilio Fontana, Giulio Gallera, Silvio Brusaferro e Franco Locatelli

Inchiesta Covid, Conte e Speranza indagati dalla procura di Bergamo

La procura di Bergamo ha chiuso le indagini sull'epidemia di Covid che ha colpito con particolare violenza la città e la sua provincia. Questa parte di Lombardia, infatti, è stata tra quelle maggiormente interessate d'Europa, soprattutto nelle prime settimane dell'emergenza, scoppiata, ormai, tre anni fa, che nella bergamasca ha causato circa 3mila morti. Nel registro degli indagati sono stati iscritti l'allora presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e l'ex ministro della Sanità, Roberto Speranza. Indagati anche il governatore lombardo Attilio Fontana e l'ex assessore al Welfare, Giulio Gallera ma sono in tutto una ventina le persone che sono state coinvolte nell'indagine, tra le quali compaiono inoltre il presidente dell'Istituto superiore di Sanità Silvio Brusaferro e il presidente del Consiglio superiore di Sanità Franco Locatelli.

Il nucleo preposto della guardia di finanza ha avviato le notifiche per i reati di epidemia colposa aggravata, omicidio colposo plurimo e rifiuto di atti di ufficio. I filoni d'indagine sono complessivamente tre: la repentina chiusura e riapertura dell'ospedale di Alzano, la mancata zona rossa in Val Seriana e l'assenza di piano pandemico aggiornato per contrastare il rischio pandemia lanciato dall'Oms.

Tra la fine di febbraio e l'aprile 2020, in quella zona l'eccesso di mortalità fu di 6.200 persone rispetto alla media dello stesso periodo degli anni precedenti. Questo elemento emerge anche nella relazione per l'apertura dell'anno giudiziario, dove il procuratore Chiappani fa capire la portata delle indagini che ha "accertato gravi omissioni da parte delle autorità sanitarie, nella valutazione dei rischi epidemici e nella gestione della prima fase della pandemia". Dei circa 20 indagati è molto probabile che la posizione di una parte di questi verrà archiviata e che al momento si proceda per atto dovuto. Per altri, invece, potrebbero essere rilevate delle responsabilità. Gli avvisi di chiusura dell'inchiesta sono in via di notifica, ma agli indagati, quindi, potrebbero arrivare soltanto domani

"Apprendo dalle agenzie di stampa notizie riguardanti l'inchiesta di Bergamo. Anticipo subito la mia massima disponibilità e collaborazione con la magistratura. Sono tranquillo di fronte al Paese e ai cittadini italiani per aver operato con il massimo impegno e con pieno senso di responsabilità durante uno dei momenti più duri vissuti dalla nostra Repubblica", ha dichiarato con una nota il presidente del Movimento 5 stelle, Giuseppe Conte.

"Non ho ancora ricevuto alcun atto ufficiale. Ma sono sereno e garantirò, come ho sempre fatto, la massima collaborazione alla Magistratura. Abbiamo affrontato il Covid a mani nude e, sulla base delle pochissime informazioni delle quali potevamo disporre, abbiamo messo in campo le decisioni più opportune per affrontare l'emergenza", ha dichiarato l'ex assessore al Welfare di Regione Lombardia, Giulio Gallera. Quindi, ha aggiunto: "Ho sempre garantito ogni forma di collaborazione con la Procura di Bergamo come persona informata sui fatti, e continuerò a farlo. Come afferma la stessa Procura, l'avviso della conclusione delle indagini preliminari non è un atto di accusa bensì un'atto di garanzia per l'indagato, che viene messo a conoscenza degli atti di indagine e posto nelle condizioni di esercitare la propria difesa chiedendo l'archiviazione". Gallera, quindi, ha concluso: "Un'indagine così lunga e complessa è composta da migliaia di pagine di atti processuali, molti dei quali di natura tecnica.

Se le notizie fossero confermate, chiederemo tutto il tempo necessario per esaminare gli atti e predisporre il contraddittorio affinché possa essere accertata la correttezza delle azioni messe in campo durante l'emergenza".

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