Cronaca giudiziaria

Detenuto insulta e minaccia un agente della penitenziaria, ma il giudice lo assolve

Un detenuto è finito sul banco degli imputati per resistenza ed oltraggio a pubblico ufficiale dopo aver minacciato e insultato un agente della polizia penitenziaria di Santa Maria Capua Vetere (Caserta)

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Avrebbe insultato e minacciato a più riprese un agente della polizia penitenziaria, finendo per questo a processo per resistenza ed oltraggio a pubblico ufficiale. Alla fine, il giudice ha però accolto la tesi della difesa, assolvendolo proprio nelle scorse ore l'imputato con formula piena. Questo perché nessuno può in buona sostanza testimoniare direttamente gli insulti e le intimidazioni che l'agente avrebbe ricevuto. Protagonista della vicenda che arriva dalla Campania è un detenuto della casa circondariale di Santa Maria Capua Vetere, per una storia che risale alle scorse settimane. Stando a quanto riportato dalla stampa locale l'uomo (che si trova nel carcere campano per scontare una pena comminatagli nei mesi scorsi) avrebbe a quanto sembra più volte mostrato atteggiamenti apertamente ostili ed aggressivi nei confronti di diversi agenti della polizia penitenziaria, durante questo primo periodo di detenzione.

Avrebbe nel dettaglio preso di mira uno di loro, ingiuriandolo e minacciandolo in più occasioni. In altri frangenti si sarebbe inizialmente rifiutato di seguire alcune disposizioni previste dal regolamento interno del penitenziario, prendendosela proprio con la guardia carceraria. Aggressioni verbali che sarebbero andate avanti con una certa frequenza, fino a quando il detenuto ha rimediato una denuncia e la questione è approdata al tribunale di Santa Maria Capua Vetere. Il pubblico ministero aveva perciò chiesto per lui la condanna ad un anno di reclusione, in aggiunta al periodo detentivo che sta già scontando. A quanto pare però, l'accusa non è riuscita a fornire prove più concrete circa gli atteggiamenti intimidatori del carcerato: le accuse di resistenza sarebbero cadute in quanto l'imputato avrebbe sì reagito (in alcune circostanze) in maniera veemente alle osservazioni dell'agente, ma non l'avrebbe mai aggredito sul piano fisico.

A quanto sembra, il giudice ha inoltre tenuto conto del fatto che non ci fosse alcun testimone per quanto concerne i fatti specifici contestati all'uomo: la versione dell'agente è stata ritenuta verosimile, in quanto anche qualche altro collega avrebbe riferito di esser stato in altre occasioni insultato dal detenuto. Ma nessuno ha potuto testimoniare a suo favore, perché sembra che nessun altro fosse presente quando veniva insultato ed oltraggiato. E così, il magistrato ha optato per l'assoluzione, per una sentenza che potrebbe dare nuova verve alle proteste del Sappe. Già qualche mese fa, il Sindacato Autonomo della Polizia Penitenziaria aveva denunciato una serie di criticità riscontrate all'interno della casa circondariale della provincia di Caserta.

Ed aveva posto l'accento proprio sulle varie aggressioni subìte nel recente passato dagli agenti, oltre che sulla necessità di rinforzare l'organico.

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