Cronaca giudiziaria

Le foto dei lividi e la testimone, nuova udienza del processo a Grillo Jr

Al via la settima udienza del processo a Grillo jr e i suoi amici. In aula una delle migliori della ragazza italo norvegese. L'avvocato Bongiorno: "L'amica di Silvia ha confermato lo stupro"

Ciro Grillo
Ciro Grillo
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Si è conclusa attorno alle 18.30 la settima udienza del processo per violenza sessuale di gruppo a carico di Ciro Grillo, figlio del fondatore del Movimento 5 Stelle Beppe Grillo, e dei suoi tre amici genovesi: Edoardo Capitta, Francesco Corsiglia, e Vittorio Lauria. Stando a quanto riporta l'Ansa, la senatrice Giulia Bongiorno, l'avvocato che tutela Silvia (nome di fantasia), la ragazza italo-norvegese che denunciò i presunti abusi, la migliore amica della giovane avrebbe confermato i fatti. "La deposizione della teste di oggi ci dà un riscontro dell'autenticità su quanto dichiarato dalla mia assistita", ha detto l'avvocato Bongiorno che, quest'oggi, non era presente al Tribunale di Tempio Pausania. All'udienza odierna avrebbe dovuto partecipare anche un altro amico della studentessa che, però, non era presente per via di un "legittimo impedimento". Il teste sarà ascoltato il 12 aprile.

L'amica di Silvia

Adelaide M., amica di Silvia, avrebbe confermato quanto già aveva raccontato ai carabinieri di Piazza Duomo dopo aver raccolto le confidenze della studentessa italo norvegese l'indomani delle presunte violenze. Nello specifico, Silvia le avrebbe inviato alcune fotografie via Snapchat: "Ricordo di alcune foto di lei (Silvia, ndr), in reggiseno davanti allo specchio, sia frontalmente che di profilo, in cui si vedevano chiaramente alcuni lividi sul costato a sinistra, sulla scapola destra e sulla coscia all’altezza del bacino lato destro. Ricordo che mi scrisse di avvertire anche dolori alle parti intime - dichiarò a verbale Adelaide - sia frontalmente che di profilo, in cui si vedevano chiaramente alcuni lividi sul costato a sinistra, sulla scapola destra e sulla coscia all’altezza del bacino lato destro. Ricordo che mi scrisse di avvertire anche dolori alle parti intime". In un primo momento "la teste ha avuto grandi difficoltà a ricordare quando e in che modo avesse appreso queste notizie", ha dichiarato al termine dell'udienza l'avvocato Antonella Cuccureddu che difende Francesco Corsiglia. "Ha parlato rendendo delle dichiarazioni parzialmente difformi rispetto a quanto fatto in passato. - ha detto ancora il legale -Ha descritto i rapporti della presunta vittima con tutto il contesto ambientale di riferimento e quindi le amicizie e il rapporto con altre persone che erano presenti il giorno in cui sarebbero accaduti i fatti".

L'ultima udienza

L'ultima udienza (la sesta) si è svolta, sempre a porte chiuse, lo scorso 8 febbraio. Tra le persone chiamate a deporre ci fu anche la madre di Silvia che raccontò del profondo disagio sofferto dalla figlia, l'indomani del presunto abuso. "Dopo i fatti drammatici di quella sera mia figlia era una persona diversa, era solo un corpo che camminava - dichiarò la donna all’udienza - Da quella sera è iniziato un periodo di tragedia. Mia figlia mi ha detto: ‘Mamma sono stufa di sentire il mio respiro'. Mia figlia non riesce più a stare con la luce spenta in camera".

L'accusa

Secondo l'accusa, Silvia e l'amica subirono abusi sessuali nella villetta a schiera di proprietà della famiglia Grillo, in un residence di Porto Cervo (Costa Smeralda) la notte tra il 16 e il 17 luglio 2019. Una delle due, la studentessa italo norvegese che all'epoca dei fatti aveva 19 anni, sarebbe rimasta vittima di uno stupro di gruppo, come poi lei stessa denunciò ai carabinieri di Milano dopo essere rientrata dalle vacanze. L'altra, Roberta, sarebbe stata fotografata in posizioni oscene, a sua insaputa, mentre dormiva sul divano in soggiorno. Le violenze si sarebbero consumate dopo una serata trascorsa dal gruppo di ragazzi al Billionaire, noto locale dell'isola, dopo aver consumato delle bevande alcoliche.

La difesa

Secondo la versione fornita dai quattro imputati, invece, i rapporti con la ragazza italo norvegese erano stati "consenzienti". Interrogati a più riprese sui fatti, avevano raccontato agli inquirenti che, dopo il primo rapporto, Silvia e il primo ragazzo, sarebbero andati insieme a comprare le sigarette. A dir loro, di rientro in villa, la 19enne avrebbe avuto rapporti "consenzienti" con gli altri tre.

Inoltre, gli stessi avevano raccontato di aver avuto uno scambio di messaggi con Silvia nei giorni successivi al fatto.

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