Furia di Francis Kaufmann in carcere: urla, minacce e botte alle guardie. Cosa è successo

Detenuto nel carcere di Rebibbia con l'accusa di duplice femminicidio, l'uomo sarebbe fuori controllo. La denuncia del sindacato Osapp

Furia di Francis Kaufmann in carcere: urla, minacce e botte alle guardie. Cosa è successo
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Si torna a parlare di Francis Kaufmann, l'uomo finito dietro le sbarre del carcere romano di Rebibbia con l'accusa di duplice omicidio. Fuggito in Grecia, è stato estradato in Italia, e adesso è a disposizione degli inquirenti che si stanno occupando del caso di Anastasia Trofimova e della piccola Andromeda, una bimba di soli 11 mesi, i cui corpi senza vita sono stati rinvenutui a Villa Pamphili (Roma) lo scorso 7 giugno 2025.

Stando a quanto denunciato dal sindacato di polizia Osapp, il detenuto avrebbe dato in escandescenze, e nel corso della giornata di ieri avrebbe aggredito alcune guardie penitenziarie.

Secondo una recente comunicazione dell'Osapp, Kaufmann avrebbe improvvisamente perso il controllo, rifiutandosi di rientrare nella propria cella. Da qui sarebbero scoppiati i disordini. "Nonostante i ripetuti inviti alla calma da parte del personale, l'uomo ha iniziato a urlare frasi minacciose, tentando di scatenare lo scontro fisico e colpendo più volte gli agenti intervenuti. Solo grazie al tempestivo e professionale intervento della Polizia penitenziaria, coadiuvata dal personale sanitario e di sorveglianza, la situazione è stata riportata alla calma dopo momenti di estrema tensione. Alcuni agenti hanno riportato contusioni e ferite, con prognosi fino a cinque giorni", si legge nella nota del sindacato.

A quanto pare non si tratterebbe nemmeno della prima volta. Sembra che durante gli interrogatori di garanzia, l'uomo non si sia fatto problemi ad aggredire verbalmente gli inquirenti, accusandoli e professandosi innocente. Ci sarebbero stati disordini anche durante il suo trasferimento in Italia dalla Grecia. Nel carcere greco di Larissa, mentre attendeva l'estradizione nel nostro Paese, sarebbe arrivato a sfasciare la sua cella.

Sono mesi molto tesi. La procura di Roma sarebbe sul punto di richiedere il giudizio immediato, così da portare il caso direttamente alla Corte d'Assise. Nei confronti del detenuto, pendono le pesantissime accuse di duplice omicidio aggravato e occultamento di cadavere.

"È inaccettabile che le donne e gli uomini della Polizia Penitenziaria debbano affrontare, spesso da soli e senza mezzi adeguati, situazioni di tale pericolo.

Chiediamo interventi immediati da parte del ministero della Giustizia e del Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria per garantire condizioni di lavoro sicure e rispettose del sacrificio dei nostri operatori", ha affermato Leo Beneduci, segretario generale di Osapp.

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