
Il procuratore di Pavia, Fabio Napoleone, l'ha detto con una nota diramata di sabato mattina: solo le informazioni provenienti da questa procura sono ufficiali. E così dev'essere, essendo secretata tutta la parte delle indagini tradizionali del caso dell'omicidio di Chiara Poggi. Poi, però, ci sono le indiscrezioni, che come tali devono essere prese, e queste, come riferito dal Corriere della sera, dicono che il dna "ignoto" sul tampone orale effettuato su Chiara Poggi potrebbe non essere contaminazione. O, almeno, non lo sarebbe per "causa" dei tecnici che hanno operato sul cadavere della vittima tra la sua scoperta e l'analisi autoptica.
Pare che quel dna, che contiene 22 marcatori su 26, non sia compatibile con chi ha fatto atti, sopralluoghi, esami. Ciò non esclude che possa essere "inquinato" ma nemmeno che possa trattarsi del materiale genetico di chi ha materialmente ucciso Chiara Poggi o di chi, in uguale misura, possa aver partecipato all'azione criminale. Anche perché la vittima si è mossa nell'ambiente durante l'azione delittuosa e sembra essere acclarato che sia stata gettata sulle scale dove poi è stata ritrovata da chi era presente sulla scena del crimine. Quindi chi l'ha uccisa ha comunque armeggiato con il suo corpo, il che rende probabile il fatto che abbia lasciato una sua traccia sulla vittima.
Il magistrato in un comunicato avverte che "ricostruzioni, attività in corso e persino stati d'animo" non possono essere attribuite a lui e ai suoi pm "che aggiornano costantemente il Procuratore sull'accuratezza delle verifiche condotte" e "si esprimeranno ufficialmente solo al termine delle attività, adottando le decisioni necessarie". Altre interpretazioni che non siano del suo ufficio "in assenza di comunicati ufficiali, generano solo confusione, dando vita a discussioni fittizie in cui consulenti, esperti o opinionisti commentano su ipotetiche scelte della Procura basate su congetture".
La gip Daniela Garlaschelli ha infatti fissato per il prossimo 23 luglio un'altra udienza alla presenza di pm, legali e consulenti delle parti, che servirà per conferire l'incarico al perito dattiloscopista Domenico Marchigiani per individuare ed eventualmente comparare impronte se verranno trovate sui reperti della spazzatura di 18 anni fa.