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Garlasco, cosa c'è contro Sempio (e cosa no) a 11 giorni dalla data X

La chiusura dell'incidente probatorio è prevista per il prossimo 18 dicembre, quando verranno cristallizzate le risultanze delle analisi scientifiche

Garlasco, cosa c'è contro Sempio (e cosa no) a 11 giorni dalla data X
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Tra 11 giorni gli inquirenti metteranno una prima, solida, pietra miliare nelle indagini del delitto di Garlasco. Il 18 dicembre, infatti, si chiuderà l'incidente probatorio e verranno cristallizzate le prove scientifiche raccolte a partire dal 17 giugno, quando è stato aperto. Finora, l'indagato di questa nuova indagine è Andrea Sempio, sul quale pende un'accusa di omicidio in concorso con Alberto Stasi o altri soggetti: essendoci già un condannato in via definitiva per questo caso, che è l'ex fidanzato della vittima Chiara Poggi, questa era l'unica formulazione di ipotesi di reato percorribile per nuove indagini. Quanto emergerà dall'incidente probatorio dovrà aggiungersi alle risultanze dell'indagine tradizionale che, però, è ancora in corso e pare non troverà chiusura fino alla prossima primavera. Allo stato attuale delle indagini, dall'incidente probatorio non sono emersi elementi schiaccianti a carico di Sempio, e nemmeno la "pistola fumante", ma una serie di indizi che dovranno essere dibattuti e inseriti nel più ampio quadro dell'indagine quando avverrà la chiusura di tutto e, presumibilmente, si arriverà alla richiesta di rinvio a giudizio.

Una delle prime analisi è stata condotta sulla spazzatura di casa Poggi che era stata repertata il 13 agosto 2007 e mai analizzata. Sugli oggetti analizzati non sono state trovate tracce biologiche o impronte utili alle indagini. Gli unici Dna individuati sono quelli di Alberto Stasi sulla cannuccia di un brick di the freddo, che lo stesso non nega di poter aver bevuto la sera o il pomeriggio prima, essendo una bevanda a lui gradita, e di Chiara Poggi nel formaggio alla frutta, ma questi reperti non possono essere datati. Ci sono poi le impronte di Chiara Poggi su alcuni dei reperti ma niente di riconducibile, a Sempio, quindi utile a questa indagine. Va, infatti, sottolineato che Stasi è già stato condannato per questo reato e non può essere sottoposto nuovamente a processo anche nel caso in cui emergessero elementi nuovi a suo carico. Ci sono poi le fascette paradesive e gli acetati con le impronte repertate 18 anni fa nella villetta di Garlasco, che anche in questo caso non aggiungono elementi a carico dell'indagato. Le uniche impronte nuove che sono state individuate appartengono al fratello della vittima, Marco Poggi, e a un carabiniere: la prima si trova sulla porta del garage e la seconda sulla porta d'ingresso.

L'unico elemento a carico di Sempio allo stato attuale dell'indagine è la traccia di Dna sulle unghie di Chiara Poggi. Il perito nominato dal gip, Denise Albani, ha ricondotto l'aplotipo Y di quel materiale genetico alla linea paterna dell'indagato. Tuttavia, essendo un dna parziale e, soprattutto, mitocondriale, non è possibile risalire a un'unica persona. Su questo elemento, il prossimo 18 dicembre è presumibile che ci sia una battaglia tra pm e consulenti in Aula. Il risultato al quale è giunta la dottoressa Albani è sovrapponibile a quello al quale sono arrivati i consulenti della procura di Pavia e quelli di Alberto Stasi. Al contrario, i consulenti di Andrea Sempio e quelli della famiglia Poggi sostengono che non possa essere attribuito. A fronte delle risultanze delle analisi del perito, che in questo ambito è l'unica parte terza, i consulenti di Sempio pare abbiano deciso di percorrere la strada della "contaminazione" o, meglio, del contatto mediato. Secondo questa tesi la vittima avrebbe potuto raccogliere il Dna dell'indagato toccando oggetti che erano stati da lui precedentemente toccati. Questo perché essendo un Dna quantitativamente limitato, e non nucleare, la difesa ritiene non credibile che possa essere frutto di una difesa o contatto diretto.

C'è, poi, l'impronta 33 che la difesa di Sempio potrebbe chiedere che venga inserita nell'incidente probatorio, come già fatto in passato dagli avvocati dei Poggi. In quei casi la procura aveva rigettato la richiesta, sostenendo che, trattandosi di esami ripetibili, non era necessario procedere in incidente probatorio ma sarebbe stata oggetto di dibattimento. Secondo la procura di Pavia, e i consulenti di Stasi, infatti, quell'impronta può essere ricondotta ad Andrea Sempio ma anche in questo caso gli avvocati dei Poggi e dell'indagato sostengono l'opposto. La difficoltà di questa analisi è che il reperto non esiste più o, meglio, non è stato trovato. Non ci sono verbali della sua distruzione ma non ci sono nemmeno i campioni del grattato.

I consulenti di Stasi, per altro, sostengono che quella sia un'impronta "sporca", ossia con presenza di materiale biologico. Ma tutto questo non può essere dimostrato oltre ogni ragionevole dubbio, in quanto tutte le analisi vengono effettuate su fotografie e su dati già raccolti.

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