Garlasco, la macchia di sangue sul telefono e la nuova ipotesi: "Chiara voleva chiedere aiuto"

Tutte le indagini sono ancora in corso ma i nuovi elementi emersi potrebbero far supporre una dinamica diversa

I rilievi dei Ris nel 2007 nella villetta di Garlasco
I rilievi dei Ris nel 2007 nella villetta di Garlasco
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In attesa del verdetto sul Dna individuato sul tampone orale di Chiara Poggi effettuato in sede autoptica, le indagini della procura di Milano vanno avanti. Le ipotesi sul tavolo sono diverse e sono cambiate con questa seconda indagine, perché per gli investigatori la vittima non è stata colta di sorpresa da una persona che conosceva o di cui fidava ma è stata aggredita da una o più persone delle quali, come scrive il Corriere della sera "aveva paura".

L'ipotesi che attualmente avanza è che la vittima possa aver lottato con il suo aggressore, o i suoi aggressori. Questa possibilità potrebbe essere avvalorata dal Dna presente sulle unghie della vittima e, eventualmente, dal profilo ignoto presente nella bocca della vittima, qualora non venisse trovato alcun match con tecnici, operatori, medici e investigatori. L'ipotesi della contaminazione, infatti, non è stata esclusa e ci potrebbero essere sviluppi nella giornata di oggi. Uno degli elementi che hanno portato gli investigatori a spostare il focus su un'aggressione di tipo diverso rispetto a quella che si ipotizzava inizialmente è il telefono fisso. Nello specifico, è una macchia di sangue ad aver destato il sospetto degli investigatori, una macchia di sangue che si trova al di sotto della cornetta. L'apparecchio si trova vicino alla scala che porta al piano superiore, dove la vittima avrebbe ricevuto i colpi mortali e forse cercò di rialzarsi e di chiedere aiuto telefonicamente, come dimostrerebbe proprio la macchia di sangue, che pare abbia un angolo di incidenza di 19 gradi.

Un'inclinazione eccessiva per ipotizzare che possa esserci stato un passaggio nella fessura tra la cornetta e l'apparecchio, decisamente stretta. In una delle ipotesi investigative, il telefono potrebbe essere stato rimesso in posizione dal killer, che potrebbe non essersi accorto di quella goccia di sangue.

Ovviamente, si è nel campo delle ipotesi, perché la Bpa è ancora in corso e ci vorrà ancora del tempo prima che possano esserci risultati o, meglio, prima che i risultati vengano comunicati. Perché gran parte dell'indagine è coperta dal segreto istruttorio e l'udienza è fissata per il prossimo ottobre.

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