Il sicario, i due killer, l'alibi di Sempio: le teorie di indagine su Garlasco

Andrea Sempio è indagato per l’omicidio di Chiara Poggi: la voce al telefono, la condanna di Alberto Stasi e l’ipotesi già nel 2014

Foto d'archivio
Foto d'archivio
00:00 00:00

Mio figlio stava a casa con me, stava a casa mia. Aspettava che tornasse la mamma”. L’ha ribadito ancora una volta a “Chi l’ha visto?” il padre di Andrea Sempio, Giuseppe, il quale si è abbandonato a uno sfogo dacché il figlio è stato indagato per l’omicidio di Chiara Poggi a marzo 2025: “Ci sono più testimoni che persone a Garlasco”.

Nell’ipotesi degli inquirenti Sempio “con il concorso di altri soggetti o con Alberto Stasi (già giudicato separatamente)” avrebbe cagionato “la morte di Chiara Poggi, colpendola al capo e al volto con reiterati colpi inferti con un corpo contundente così determinando la lacerazione dell'encefalo, le lesioni contusive al capo e al viso, lesioni dalle quali derivava la morte della persona offesa commesso a Garlasco, in data 13 agosto 2007”.

Il suo legale Massimo Lovati però non ci sta e replica: “Il capo d’accusa è ondivago, indetermitato, mutevole. Non permette alcun tipo di difesa. È un capo di imputazione nullo, perché il capo di imputazione deve essere specifico. Detto questo, voglio specificare a tutti che siamo in presenza di un processo durato 7 anni, dal 2007 al 2014, che ha visto protagonisti, oltre che l’imputato Alberto Stasi, almeno cinquanta magistrati, e non si è mai parlato di concorso, come mai si è parlato di concorso nella prima indagine su Andrea Sempio, che è stata archiviata”.

Nel corso della trasmissione di Rai 3 però viene evidenziato come già nella sentenza di primo grado su Stasi il gup Stefano Vitelli avrebbe ipotizzato che il trasporto del corpo di Poggi “sia avvenuto verosimilmente da due persone”, in base alle macchie di sangue e su quali gradini si trovassero nella villetta di Garlasco, ovvero la scena del crimine.

Poi Lovati rincara, ricorrendo alla teoria per cui la vittima sia stata uccisa da un sicario, sulla base delle contraddizioni di Stasi nella telefonata al 118 effettuata dalla caserma dei carabinieri e dalle intercettazioni nella stessa caserma. “Stasi dice un sacco di bugie - afferma Lovati - compresa quella che abbiamo oggettivizzato stasera: il corpo di Chiara non era steso per terra, era sulle scale. E poi condisce questo racconto con imprecisioni incredibili, inverosimili: la faccia pallida, il numero civico sbagliato, le scarpe erano pulite, come non fosse mai entrato nella casa”.

L’idea supposta continua a essere la possibilità che Chiara Poggi avrebbe scoperto qualcosa dello scandalo sessuale intorno al santuario della Madonna della Bozzola, e per

questo sarebbe stata uccisa. “Già allora si copriva il vero mandante. Perché Stasi non ha assassinato Chiara Poggi: si amavano. L’hanno costretto a mentire, era la pedina giusta”, è la conclusione di Lovati.

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica