Garlasco, nella spazzatura ora si cercano nuove impronte

Nella terza udienza dell'incidente probatorio verranno cercate eventuali impronte per evitare che ulteriori accertamenti genetici possano comprometterle

Garlasco, nella spazzatura ora si cercano nuove impronte
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Le indagini del secondo filone aperto dalla procura di Pavia sull'omicidio di Chiara Poggi procedono regolarmente. Domani ci sarà l'udienza per il conferimento dell'incarico al dattiloscopista Domenico Marchigiani, esperto in forze alla Polizia di Stato, al quale verrà chiesto di dare seguito a un ulteriore quesito per evidenziare eventuali impronte latenti presenti nella spazzatura. Gli oggetti repertati a casa Poggi nel sacco azzurro, tra i quali confezioni di Fruttolo e di the alla pesca, sono già stati verificati nell'ambito delle indagini biologiche e sono state trovate tracce esclusivamente di Dna della vittima e di Alberto Stasi, all'epoca dei fatti suo fidanzato, che fu il primo a vederla morta e l'ultimo a vederla viva, stando alle informazioni attualmente disponibili.

Il fatto che ci sia solo il loro Dna evidenzia in maniera incontrovertibile che sono stati loro a consumare quegli alimenti ma non esclude che possano essere stati toccati successivamente da altre persone. È questo che si vuole verificare con l'estensione dell'incidente probatorio, in modo tale da eseguire un'indagine quanto più ampia possibile per escludere qualunque dubbio possa esserci sul caso di Garlasco. "La giudice ha ammesso l’esaltazione delle impronte latenti sulla spazzatura ma non l’eventuale confronto. L’esaltazione, per cercare eventuali impronte è infatti motivata come accertamento irripetibile, da compiere prima che la possibilità di trovare impronte possa essere compromessa dalle analisi genetiche dell’incidente probatorio. Ma il confronto di eventuali impronte, se ne emergeranno, non potrà essere effettuato in questa fase, anche perché si tratta di accertamenti ripetibili", ha spiegato a il Giorno l'avvocato Angela Taccia, che con Massimo Lovati compone il pool difensivo di Andrea Sempio, attualmente indagato.

Non è stata ammessa all'incidente probatorio nemmeno l'impronta 33, perché in assenza del reperto fisico non è possibile condurre alcun accertamento biologico. È questa la sintesi del diniego della procura alla richiesta avanzata dai legali della famiglia Poggi lo scorso 2 luglio.

Nel frattempo, pur non avendo a disposizione il reperto, i consulenti di Alberto Stasi stanno cercando comunque di dimostrare che quell'impronta conteneva del sangue. Il rapporto potrebbe essere consegnato nei prossimi giorni ed essendo analisi condotte in via strumentale sono ripetibili in qualunque momento, quindi l'impronta 33 non può essere ammessa all'incidente probatorio.

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