
Sul caso di Garlasco ora si attende l'incidente probatorio del prossimo giugno. La procura nel frattempo lavora sulle ipotesi finora sul tavolo per capire oltre ogni ragionevole dubbio cosa sia accaduto il 13 giugno del 2007 nella villetta dove Chiara Poggi è stata trovata cadavere. C'è già un condannato in via definitiva, Alberto Stasi, e c'è un indagato nel secondo filone delle indagini, che è Andrea Sempio. "Comunque vada, finirà male", è il commento del ministro della Giustizia, Carlo Nordio, in un'intervista rilasciata al Corriere della sera in edicola oggi.
"O il detenuto è innocente, e allora ha sofferto una pena atroce ingiustamente. O è colpevole e allora è l’attuale indagato a dover affrontare senza colpe un cimento doloroso, costoso in termini di immagine, di spese e di sofferenze", ha spiegato il ministro, giustificando la sua affermazione. I riflettori si sono nuovamente accesi a piena potenza sul caso di Garlasco e Sempio è al centro di questa attenzione proprio in ragione dell'iscrizione nel registro degli indagati da parte della Procura di Garlasco. Il ministro ovviamente non si sbilancia, ribadisce che "nel merito non devo, non posso e non voglio entrare" e sulla sua affermazione di una "condanna irragionevole", in riferimento a quella di Stasi, Nordio spiega che si tratta di "un principio generale: dopo un proscioglimento è irragionevole una condanna. Soprattutto se le assoluzioni sono due. Come puoi condannare 'al di là di ogni ragionevole dubbio', se due giudici hanno già dubitato?".
Quindi, Nordio spiega che, in linea generale, "se vengono acquisite nuove prove a carico dell’imputato, prima che la sentenza passi in giudicato, si deve rifare il processo ex novo. Non inserirle nel fascicolo già formato, come avviene in appello". Questo perché da una parte "non puoi metter il vino nuovo nella botte vecchia. Se ci sono nuove prove contro, bisogna riesaminarle in contraddittorio con la difesa, accanto a quelle a favore". E dall'altra "il sistema attuale sottrai all’imputato il diritto a un doppio giudizio di merito. Se il tribunale assolve e la corte condanna, puoi solo ricorrere per Cassazione per motivi di legittimità. E il secondo giudizio di merito, colpevolezza o meno, va a farsi benedire".
Sulle dichiarazioni dell'Anm, secondo la quale la doppia assoluzione necessita solo di una motivazione rafforzata, il ministro Nordio ribatte: "Proprio per niente. E infatti l’Anm non risponde a queste obiezioni. Si esprime per slogan. E mi dispiace".