L'ex procuratore Mario Venditti è tornato in possesso dei suoi dispositivi elettronici. Gli sono stati restituiti dopo la decisione del tribunale del Riesame che ha annullato i sequestri. Venditti attualmente risulta iscritto in due diversi fascicoli, uno aperto per corruzione in atti giudiziari per il filone bresciano del caso Garlasco e uno per corruzione e peculato per il presunto "sistema Pavia". Il Riesame, per tre volte, ha annullato i decreti di sequestro dei pm, due volte per il filone Garlasco e una volta per quello sulla gestione delle spese dell'ufficio requirente pavese.
Contestualmente agli annullamenti, ovviamente, i giudici hanno anche ordinato la restituzione degli eventuali dati prelevati dai dispositivi. I sequestri sulla tranche Garlasco sono stati bocciati dal Riesame perché i pm non hanno indicato parole chiave per le ricerche, né un periodo temporale delimitato. Sul cosiddetto "sistema Pavia", invece, che vede indagato anche l'ex pm pavese Pietro Paolo Mazza, ora a Milano, per il Riesame non ci sono proprio indizi dei reati contestati. Per questo motivo le indiscrezioni più recenti indicano che, per quanto concerne il caso Garlasco, la procura di Brescia potrebbe ricorrere in Cassazione.
La stessa procura, nella giornata di ieri, ha effettuato una perquisizione in un appartamento di proprietà di Silvio Sapone, ex luogotenente dell'Arma, per anni a capo della polizia giudiziaria della Procura di Pavia con Venditti. Gli investigatori, secondo quanto è emerso, avrebbero controllato una cassaforte. Nel 2017 alla guida della polizia giudiziaria di Pavia c'era proprio Sapone, che attualmente non è indagato. Nelle stesse ore a Brescia è stata sentita come persona informata sui fatti anche l'ex pm Giulia Pezzino, nemmeno lei indagata. Anche lei è stata sentita su entrambi i fascicoli che vedono indagato Venditti, in quanto in quegli anni lavorava a stretto contatto ed è stata lei a firmare, proprio con Venditti, la richiesta di archiviazione per l'indagine del 2017 a carico di Andrea Sempio che ora è sotto la lente di ingrandimento della procura.
Secondo chi indaga, infatti, ci potrebbe essere un passaggio di denaro sospetto per agevolare la rapida archiviazione di Sempio per l'omicidio di Chiara Poggi e in quello stesso fascicolo è stato iscritto anche Giuseppe Sempio, papà di Andrea.