"I miei intrallazzi, il piccione...". La misteriosa mail di Chiara Poggi un mese prima dell'omicidio

Ci sarebbero stati anche due telefoni in uso a Chiara Poggi ai tempi, ma non si hanno maggiori informazioni in merito

"I miei intrallazzi, il piccione...". La misteriosa mail di Chiara Poggi un mese prima dell'omicidio
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Con la riapertura del caso di Garlasco sono tornati alla luce dettagli sull'indagine per l'omicidio di Chiara Poggi che erano stati sommersi dalle pieghe del tempo. Tra questi anche l'esistenza di un secondo telefono in uso alla vittima, che non è chiaro se fosse a uso lavorativo. Il telefono ufficiale era un Nokia azzurro come quelli che molti giovani usavano nel 2007, mentre il secondo era di tipo "apribile e di piccole dimensioni", così come lo descrisse la sua collega di ufficio Francesca Di Mauro. Ma sono poche le indicazioni che portano a questa traccia, anche perché negli atti delle indagini risulta solamente una scheda sim in uso alla vittima.

Ma c'è un altro dettaglio che è riemerso e che riguarda in qualche modo ancora il mondo delle comunicazioni, perché esisterebbe una mail inviata dalla vittima il 5 luglio a una sua amica in cui Poggi parla di due uomini: "I miei intrallazzi stanno vivendo un periodo di stasi... Il mio piccione al telefono dà sempre soddisfazioni mentre l’altro ultimamente non ci vado troppo d’accordo". Non è noto, o non è stato reso noto, chi sia il "piccione al telefono" che le dà sempre soddisfazioni e tanto meno chi sia l'altro intrallazzo con il quale ultimamente "non ci vado troppo d'accordo". Questa mail risale a poco più di un mese prima dell'omicidio ma Chiara e Alberto Stasi, che all'epoca era il suo fidanzato da ormai diversi anni, agli occhi di tutti erano una coppia perfetta, il "Tato" e la "Tata", affiatati tanto pubblicamente quanto privatamente. E poi c'è quella parola, "stasi", che Chiara utilizza e che richiama inevitabilmente proprio il cognome del fidanzato. Che è probabilmente un gioco di parole fortuito, perché nel tema della frase calza a pennello, ma in una comunicazione così informale c'erano forse anche altre parole che avrebbe potuto utilizzare.

E poi c'è il nodo del mazzo di chiavi, perché quando Chiara Poggi è stata uccisa il 13 agosto del 2007 a Garlasco c'erano due mazzi di chiavi utilizzabili.

Uno era quello della vittima, che aveva con sé, mentre l'altro era stato consegnato ad alcuni parenti per annaffiare le piante in giardino assenza dei genitori di Chiara: un'operazione che comunque non si è mai compiuta proprio per la presenza della ragazza nella villetta, che non richiedeva interventi esterni. L'allarme fu disattivato alle 9.12 e le chiavi di Chiara pare siano state trovate al loro posto, nel cestino dove venivano solitamente riposte, sotto il telefono cellulare della ragazza, il famoso Nokia.

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