Cronaca giudiziaria

Incarcerato senza aver commesso la rapina, non riceverà alcun indennizzo: ecco perché

Lo ha stabilito la Cassazione, in quanto l'uomo avrebbe volutamente rilasciato agli inquirenti dichiarazioni contraddittorie per "coprire" attività legate allo spaccio di stupefacenti

Incarcerato senza aver commesso la rapina, non riceverà alcun indennizzo: ecco perché

Ascolta ora: "Incarcerato senza aver commesso la rapina, non riceverà alcun indennizzo: ecco perché"

Incarcerato senza aver commesso la rapina, non riceverà alcun indennizzo: ecco perché

00:00 / 00:00
100 %

Era stato condannato per rapina aggravata e lesioni aggravate, salvo essere scarcerato dopo un biennio perché in realtà non avrebbe mai preso parte all'atto predatorio che gli veniva contestato. A dispetto dell'errore giudiziario iniziale, non potrà tuttavia beneficiare di alcun risarcimento economico. Il motivo? Avrebbe assistito all'azione dei rapinatori senza allertare però le forze dell'ordine, fornendo inoltre agli inquirenti dichiarazioni contradditorie, per nascondere a quanto pare il suo coinvolgimento in attività di spaccio di droga che avrebbero dovuto concretizzarsi proprio quella sera. Protagonista della bizzarra vicenda che arriva dalla Toscana è un cittadino straniero di 58 anni, al quale la Cassazione ha negato proprio nelle scorse ore l'indennizzo solitamente previsto nei casi di ingiusta detenzione. Sulla base di quanto riportato dalla testata online Luccaindiretta.it, tutto sarebbe iniziato alcuni anni fa ad Altopascio (una cittadina situata in provincia di Lucca) quando due uomini si sarebbero introdotti in un'abitazione, rapinando e ferendo durante la fuga il proprietario.

Sul posto era presente anche il cinquantottenne: si trovava sul pianerottolo dell'edificio e in un primo momento gli inquirenti lo avevano considerato complice dei due rapinatori. Al punto da essere condannato a 3 anni e 3 mesi ed arrestato mentre si recava a rinnovare il permesso di soggiorno. Nel periodo trascorso in carcere, l'uomo si era sempre detto innocente tramite il proprio avvocato. Anche l'insistenza del suo legale si è probabilmente rivelata decisiva, mantenendo alta l'attenzione sul caso e facendo sì che l'Ufficio esecuzioni penali si accorgesse di come qualcosa non quadrasse nella ricostruzione dei fatti. Nei mesi successivi ha quindi avuto luogo il processo di revisione, conclusosi con l'assoluzione dell'imputato. Forte del verdetto a suo favore, il cinquantottenne ha quindi chiesto di essere risarcito per i circa due anni trascorsi dietro le sbarre senza aver commesso il fatto. Ma la Cassazione ha detto "no": secondo i giudici, lo straniero sarebbe infatti estraneo alla rapina, ma si trovava a quanto pare sul posto per un "affare di droga".

E pur avendo assistito anche all'aggressione al padrone di casa e alla rapina, per tutelarsi non avrebbe fornito indizi utili agli investigatori. Senza contare che sarebbe stato proprio questo stesso atteggiamento vago ed omertoso a renderlo uno degli indiziati principali per la rapina. “Nella fattispecie è stata ritenuta colpevole la condotta dell’uomo che aveva reso dichiarazioni ambigue in sede di interrogatorio di garanzia, omettendo di fornire spiegazioni sul contenuto delle conversazioni telefoniche intrattenute con persone coinvolte in un traffico di sostanze stupefacenti - si legge nel pronunciamento della Cassazione - alle quali, con espressioni travisanti, aveva sollecitato in orario notturno la urgente consegna di beni". Secondo la legge, per l’ingiusta detenzione bisogna non solo non essere responsabili del fatto, ma anche evitare di indurre gli investigatori a sospettare di un proprio coinvolgimento con comportamenti ambigui. Bisogna essere del tutto estranei ai fatti oggetto dell’arresto, per una condizione che secondo la Cassazione non si è verificata.

E il cittadino in questione non sarà quindi indennizzato.

Commenti