Inchiesta ultras, Curva Sud in presidio a San Vittore: “Non siamo un’associazione”

Duecento tifosi rossoneri fuori dall’aula bunker per difendere gli ultras imputati nel processo “Doppia Curva”. Striscioni, accuse ai giornalisti e attesa per la sentenza nel pomeriggio

Inchiesta ultras, Curva Sud in presidio a San Vittore: “Non siamo un’associazione”
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Presidio della Curva Sud Milano fuori dall'aula bunker di San Vittore per mostrare solidarieta' agli ultra' imputati nel processo nato dall'inchiesta "Doppia Curva" della Dda di Milano. I tifosi rossoneri - duecento circa - hanno esposto lo striscione "Ultras, amicizia, lealta', fratellanza, aggregazione: noi siamo la curva sud, non siamo un'associazione".

Una scelta di parole per contestare le accuse mosse dai pm antimafia Paolo Storari, Sara Ombra e Leonardo Lesti contro il leader Luca Lucci e altri componenti del direttivo del tifo organizzato rossonero. "Fatevi i fatti vostri, sono nove mesi che vi fate i nostri. Invece di fare le riprese andate a cercare la verita'", ha detto un capo ultra' dalle transenne che delimitano l'ingresso dell'aula bunker.

curva sud
Il comunicato della Curva Sud

A parlare a nome della curva è stato Marco Pacini, vicinissimo a Lucci.

È stato lui ad accusare i giornalisti di non aver voluto raccontare il processo e ha sostanzialmente negato qualsiasi responsabilità del tifo organizzato nelle aggressioni fuori dallo Stadio, a Motta Visconti fino al tentato omicidio di Enzo Anghinelli, parte lesa presente in aula all'abbreviato. Nel pomeriggio la sentenza.

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