Cronaca giudiziaria

Lady Soumahoro chiede la revoca dell'interdizione: il giudice dice no

Dopo l'interrogatorio e i documenti depositati, la richiesta di avere annullato il provvedimento cautelare. Ma il gip di Latina Giuseppe Molfese rigetta la richiesta. Adesso parola al tribunale del riesame

Lady Soumahoro chiede la revoca dell'interdizione: il giudice dice no

Il gip di Latina Giuseppe Molfese ha respinto la richiesta di Lady Soumahoro che chiedeva l'annullamento della misura preventiva dell'interdizione e del sequestro di beni in seguito all'indagine sulle cooperative Karibù e Aid. Lunedì scorso, durante l'interrogatorio di garanzia, l'avvocato Lorenzo Borrè, dopo aver presentato una serie di documento che rimodulerebbero la posizione di Liliane Murekatete, ha chiesto al gip di revocare la misura. Richiesta respinta con parere negativo del pubblico ministero.

Adesso la parola passa al tribunale del riesame

Durante l'interrogatorio il legale di Liliane Murekatete, moglie del deputato eletto con l'alleanza Verdi-Sinistra Aboubakar Soumahoro, aveva presentato una serie di documenti per dimostrare che all'epoca dei fatti contestati dai giudici, lei non aveva ruoli decisionali all'interno delle cooperative. In quanto, come dimostrerebbero alcuni certificati medici e chat tra indagati e non, Liliane era incinta e dunque di fatto non lavorava. Sulla base di questo, l'avvocato Borrè ha chiesto la revoca della misura interdittiva nei confronti della sua assistita. Il pm Andrea D'Angeli ha dato parere negativo alla richiesta e il gip Molfese ha rigettato. Adesso, come peraltro già annunciato lunedì scorso, Borrè ricorrerà al tribunale del riesame. Gli inquirenti sono sereni in quanto sarebbero in possesso di documenti gestionali della cooperativa che dimostrerebbero la piena consapevolezza e operatività della Murekatete.

Nelle scorse settimane i componenti membri del Cda della cooperativa Karibù, sono stati interdetti dai rapporti con le pubbliche amministrazioni per 12 mesi e hanno il divieto temporaneo di esercitare imprese e uffici direttivi di persone giuridiche. Inoltre è stato anche disposto un sequestro preventivo di circa 650 mila euro. Secondo l'ordinanza, gli indagati avrebbero agito attraverso "un collaudato sistema fraudolento fondato sull’emissione e l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti e altri costi inesistenti adoperati dalla Karibu nelle dichiarazioni per gli anni 2015, 2016, 2017, 2018 e 2019". Sarebbero state evase le imposte sui redditi e sul valore aggiunto, inserendo nelle dichiarazioni dal 2015 al 2019 elementi passivi fittizi e costi inesistenti".

La diversa strategia difensiva degli indagati

Mentre Lady Soumahoro ha presentato documenti per provare a sganciarsi dalle accuse, pur non rispondendo di fatto al giudice, gli altri due indagati principali hanno scelto un'altra linea. Marie Terese Mukamitsindo e Michel Rokundo, suocera e cognato del deputato Soumahoro, sono difesi dall'avvocato Pabio Pignataro e al momento non hanno presentato ricorso al riesame.

Lunedì, all'uscita dal tribunale di Latina, l'avvocato ha spiegato: "Non conosciamo il compendio probatorio, e fermo restando che fin d’ora escludo responsabilità, chiediamo il tempo di poter dimostrare la sua innocenza".

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