Cronaca giudiziaria

"Fu l'ultimo a vedere Alice Neri viva". Il Riesame "inchioda" lo straniero

Sono state depositate nelle scorse ore le motivazioni con le quali il tribunale del Riesame ha rigettato la richiesta di scarcerazione di Mohamed Gaaloul: i giudici hanno confermato l'impianto accusatorio, individuando nel tunisino il principale sospettato per la morte di Alice Neri

Un primo piano di Alice Neri
Un primo piano di Alice Neri

Il ventinovenne tunisino Mohamed Gaaloul resta il principale sospettato per quanto concerne la morte di Alice Neri. Questi gli ultimissimi sviluppi relativi alla scomparsa della trentaduenne madre di famiglia trovata priva di vita lo scorso novembre a Concordia, un paese situato nella provincia di Modena. Il cadavere della donna, carbonizzato, si trovava nelle campagne modenesi all'interno dell'automobile sulla quale si era appena allontanata da un locale, nelle primissime ore del mattino. E nelle motivazioni depositate proprio nelle scorse ore, il tribunale del Riesame ha reso noti i motivi che hanno portato i magistrati a respingere la richiesta di scarcerazione del giovane straniero, confermando di fatto l'intero impianto accusatorio.

Due, in particolare, gli indizi che avrebbero indotto i giudici a confermare integralmente l'ordinanza cautelare nei confronti del magrebino: la fuga in Francia nei giorni immediatamente successivi alla tragedia e il fatto che possa verosimilmente esser stata l'ultima persona ad aver visto la donna ancora in vita. “Nessun elemento probatorio è stato acquisito circa l’eventuale programmazione per quella nottata, di altri appuntamenti con terze persone - si legge infatti nel documento - e del resto va ricordato che Alice Neri aveva già trascorso oltre sette ore in quel locale assieme al collega Cuccui fino alle 3.30. Per cui risulta ben difficile credere che potesse avere già organizzato un ulteriore e successivo incontro con un’altra persona". Il tribunale del Riesame evidenzia inoltre come, pur non essendo ancora possibile ricostruire il movente e le dinamiche dell’omicidio, l’unica ricostruzione ritenuta plausibile è quella dell’omicidio volontario. E per questo motivo, i giudici hanno quindi ritenuto sussistente il pericolo di fuga da parte del principale indiziato.

Un quadro che sembrerebbe aggravare ulteriormente la posizione di Gaaloul, accusato oltretutto di aver dato alle fiamme l'auto sulla quale si trovava Alice Neri. Accuse che il diretto interessato ha sin qui respinto e per provarlo, la difesa ha depositato la richiesta per un ulteriore incidente probatorio, legato all’analisi dei pantaloni rinvenuti a casa dell’indagato. Secondo l'avvocato del nordafricano, sarebbero gli stessi indumenti che il suo cliente indossava fra la sera del 17 e la mattina del 18 novembre scorsi. "Faremo chiaramente ricorso in Cassazione - ha dichiarato il legale al quotidiano Il Resto del Carlino - per evidenziare tutta una serie di incongruenze e a nostro avviso oggettivi errori da parte del tribunale del Riesame".

Si attende infine il deposito degli esiti degli accertamenti medico-legali effettuati sui resti della vittima: a breve potrebbero quindi esserci ulteriori sviluppi.

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