Cronaca giudiziaria

"Mi rivolgerò a Mattarella". Il padre della Salis chiede l’aiuto del Quirinale

Dopo il diniego degli arresti domiciliari, il padre di Ilaria Salis, in polemica con il governo, ha dichiarato di volersi rivolgersi al Quirinale

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Ilaria Salis non ha ottenuto gli arresti domiciliari. Questo ha deciso il giudice di Budapest nell'udienza che si è tenuta questa mattina, sostenendo il persistente rischio di fuga per l'insegnante 39enne. "Oggi abbiamo avuto due violazioni importanti, Ilaria è stata riportata in tribunale con le catene e poi hanno rifiutato i domiciliari nonostante avessimo fatto tutto quello che ci aveva chiesto di fare il ministero della Giustizia", ha dichiarato il padre dell'imputata in collegamento dall'aeroporto Budapest con Piazza Pulita su La7.

È inutile, ha proseguito il padre di Ilaria Salis, "stare a discutere le motivazioni di un Paese in cui le leggi del diritto sono completamente calpestate. La motivazione del diniego era già pronta, ancor prima che l'avvocato facesse l'arringa, il giudice aveva già scritto tutto. Sarebbe ricusato in ogni tribunale italiano". C'è delusione da parte del padre dell'imputata, che continuerà a a rimanere in carcere a Budapest con l'accusa di aver assalito un gruppo di esponenti di destra nel capoluogo ungherese. "Io gli appelli al governo italiano non so più come farli, abbiamo fatto tutto quello che ci avevano detto di fare, abbiamo fatto delle richieste e ci hanno risposto che non si potevano fare. In questo momento credo si debbano trovare altri canali e credo che a questo punto dovrò fare una chiamata al Quirinale per cercare di farmi dare una mano dal presidente della Repubblica", ha proseguito il padre di Salis.

Secondo l'ingegnere "la storia dell'indipendenza della magistratura in Ungheria è ormai è una barzelletta, bisogna lavorare diversamente perché quando abbiamo la prova provata che l'esecutivo ungherese interferisce in prima persona e interviene in un processo in corso, dobbiamo finirla con queste scuse accampate dalle istituzioni italiane che ci sarebbe l'indipendenza della magistratura ungherese".

Ospite di Bruno Vespa a "Cinque minuti" il vicepremier Tajani ha dichiarato: "Non condivido la scelta di condurre in carcere una detenuta con le catene alle mani ai piedi e legata. Quindi continueremo a protestare perché si rispettino tutte le norme comunitarie in materia di trattamento dei detenuti soprattutto quelli in attesa di giudizio".

Ma d'altro canto, il ministro degli Esteri ha ribadito, sottolineando che il giudice ha sbagliato a non concedere i domiciliari, che "politicizzare questa vicenda non fa bene alla detenuta Salis: se noi la vogliamo riportare in Italia dobbiamo agire con diplomazia con serietà con prudenza".

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