Cronaca giudiziaria

"Mi sono difeso". Faida tra rapper, Shiva risponde al gip

Il rapper arrestato per tentato omicidio racconta al gip la propria versione sulla sparatoria dell'11 luglio scorso. "Mi sono difeso da un'aggressione". I suoi avvocati chiederanno che lasci il carcere

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"In due si sono avvicinati e mi hanno colpito spaccandomi la mandibola". Arrestato per tentato omicidio, il rapper Shiva (all'anagrafe Andrea Arrigoni) ha spiegato al gip di aver sparato per difendersi. Interrogato dalla giudice Stefania Donadeo sui fatti dell'11 luglio scorso, quando a Settimo Milanese si consumò un agguato seguito poi da colpi di pistola, il 24enne ha offerto la propria versione dei fatti, ribadendo di essersi sentito accerchiato e dunque costretto a reagire utilizzando l'arma.

A rimanere feriti con più colpi di pistola erano stati due giovani lottatori di Mma, entrambi vicini al rapper Rondo Da Sosa, sopraggiunti per quella che dai filmati sembra una spedizione punitiva: l'agguato, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, s'inseriva nell'ambito di una faida tra rapper. "Mi sono difeso da un'aggressione", ha spiegato Shiva, secondo quanto riportato dall'Adnkronos. Il giovane, arrestato ieri dagli agenti della squadra mobile e trasferito nel carcere di San Vittore, ha risposto a tutte le domande e si è mostrato collaborativo.

Soprattutto ha insistito nello spiegare che la sua sarebbe stata una sorta di "legittima difesa" dopo l'aggressione subita dai due lottatori, come dimostrerebbe la certificazione medica che la difesa del rapper, assistito dall'avvocato Daniele Barelli, consegnerà insieme ad altri documenti per chiedere che il giovane lasci il carcere. Nelle scorse ore, giustificando la misura di detenzione cautelare, gli inquirenti milanesi avevano parlato di "spiccata pericolosità sociale" del 24enne e di una sua "incapacità di autocontrollo". La difesa del rapper chiaramente contesta quelle valutazioni.

L'atteggiamento del giovane sembra ora quello di mantenere un profilo basso per evitare la pubblicità negativa, dopo un danno d'immagine già notevole.

L'obiettivo - secondo quanto si apprende - non sarebbe il consenso mediatico, ma il tentativo che la procura possa indagare su quelli che Shiva chiama aggressori e non vittime.

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