Inchiesta su Milano, Tancredi: "Disponibile a dimettermi". Meloni: "Sala deve fare una scelta in base alla capacità di governare"

Il Partito democratico in Consiglio comunale si è schierato dalla parte di Sala: "Siamo garantisti, contano le sentenze"

Inchiesta su Milano, Tancredi: "Disponibile a dimettermi". Meloni: "Sala deve fare una scelta in base alla capacità di governare"
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Il terremoto giudiziario che ha scosso Milano ha causato le prime reazioni politiche a Palazzo Marino. L'assessore alla Rigenerazione Urbanistica Giancarlo Tancredi, per cui la Procura di Milano ha chiesto gli arresti domiciliari nell'ambito dell'inchiesta sulla gestione urbanistica, avrebbe offerto le sue dimissioni al sindaco Giuseppe Sala, anche lui indagato. Tancredi sarebbe pronto a rimettere il suo mandato nelle mani del sindaco secondo alcune fonti ma non si conosce la risposta del primo cittadino. I due ieri hanno avuto un colloquio di circa due ore subito dopo la notizia dell'iscrizione nel registro degli indagati dell'assessore.

Giorgia Meloni, rispondendo a una domanda durante un'intervista rilasciata al Tg1 ha ribadito la sua posizione chiara da "garantista" perché, ha spiegato, "non cambio posizione in base al colore politico dell'indagato". La sua posizione, ha aggiunto, "è quella che ho sempre su questi casi: penso che la magistratura debba fare il suo corso, e per quello che riguarda il sindaco, io non sono mai stata convinta che un avviso di garanzia porti l'automatismo delle dimissioni. È una scelta che il sindaco deve fare sulla base della sua capacità in questo scenario di governare al meglio".

"So che nessuno si stupirà della mia posizione perché i principi vengono prima di qualunque posizione politica e partitica e quindi continuo a pensare che la magistratura non debba e non possa sostituirsi al corpo elettorale", ha dichiarato il ministro della Difesa, Guido Crosetto, in un comunicato condiviso sui social. "A Milano una parte della magistratura inquirente ha anche deciso di sostituirsi al legislatore, nel campo dell'urbanistica, del fisco, del lavoro, attraverso interpretazioni normative che a me sembrano, in molte parti, lontane dalle disposizioni di legge e anzi molto pericolose (a titolo esemplificativo quello che sta avvenendo contro alcune aziende della moda e del lusso, per solo livore ideologico, è incredibile)", ha proseguito il ministro. Spesso, ha proseguito Crosetto, "si cercano di utilizzare queste vicende come occasione per sbarazzarsi dell'avversario di turno, perché a parti inverse si è sempre fatto così. Basta pensare a centinaia di vicende, poi concluse con l'assoluzione, che hanno portato a dimissioni e calvari politici".

Il Pd, dopo un giorno di silenzio, in Consiglio comunale ha difeso a spada tratta Beppe Sala. "Noi siamo certi dell'integrità personale e dell'onestà amministrativa di Beppe Sala. Come gruppo abbiamo il massimo rispetto del lavoro della magistratura, consapevoli che per chi è garantista come noi ciò che conta sono le sentenze, che si scrivono non sui giornali o sui social ma in tribunale", ha dichiarato la capogruppo dem Beatrice Uguccioni. Anche Giulia Pastorella, capogruppo dei Riformisti, ha difeso l'operato della giunta "anche se il modello Milano è un sistema che ha i suoi limiti. Non si fa cadere una giunta sulla base di indiscrezioni e veline. Il modello Milano ha attratto investimenti e da lì a dire che c'è dell'illecito e della corruzione ce ne passa".

Anche i consiglieri della Lista civica Beppe Sala sindaco hanno espresso "solidarietà" e confermato la fiducia al sindaco, "pur nella complessità di queste ore, il nostro impegno a fare sempre di più e meglio per Milano non verrà mai meno".

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