
In attesa dell'incidente probatorio di giugno stanno emergendo numerosi ulteriori dettagli sul caso di Garlasco in merito all'uccisione di Chiara Poggi. Era il 13 agosto del 2007 quando la studentessa è stata brutalmente assassinata nella sua abitazione. I genitori e il fratello erano in Trentino e per questo delitto c'è un condannato in via definitiva, che è Alberto Stasi. Ma la procura di Pavia, con il suo nuovo corso, ha deciso di riaprire le indagini e ha indagato Andrea Sempio, amico di Marco Poggi, di cui è stata repertata un'impronta palmare sul muro delle scale in cui è stato trovato il cadavere.
Ma la procura sta lavorando a 360 gradi su questo caso, andando a recuperare tutti i reperti che all'epoca dei fattti erano stati analizzati e anche quelli che, invece, non vennero tenuti in considerazione. Nell'ultima puntata andata in onda di Chi l'ha visto è stato portato all'attenzione un reperto particolare, il numero 13, un "orecchino privo di chiusura imbrattato di tracce ematiche". Trovandosi sulla scena del delitto si sarebbe portati a pensare che sia stato analizzato a fondo ma, come si evince dalla grafica mandata in onda dal programma di Rai Tre, "nessun prelievo effettuato" su quel reperto.
"Lì sotto c'è scritto che l'orecchino, è un allegato, c'è scritto 'scala vicino al cadavere', quindi probabilmente è stato ritrovato vicino al corpo di Chiara Poggi. Vedete che non ha la chiusura", ha detto Federica Sciarelli mostrando il reperto al pubblico a casa. "Vi faccio vedere l'orecchino destro, dove non c'è scritto che è stato ritrovato sulla scala e vedete qui, invece, c'è la chiusura", dice Sciarelli. Anche questo orecchino risulta essere imbrattato di sangue. Se gli investigatori sanno quale fosse l'orecchino destro e quale l'orecchino sinistro, è molto probabile che il destro, ancora con la clip di chiusura, fosse ancora al suo posto quando è stato rinvenuto. Viene specificato che non è stato effettuato alcun prelievo ma non se siano state effettuate ricerche per la presenza di eventuali impronte digitali che non fossero della vittima.
La procura continua a indagare e proseguono anche le perizie di parte delle parti coinvolte per supportare una o un'altra verità.
Nelle prossime settimane si potrebbe rimettere in discussione anche l'orario della morte di Chiara Poggi, mentre sono già state contestate in passato le impronte sul dispenser del sapone e quelle "a pallini" rilevate sul pavimento. È la "guerra" delle consulenze, che potrebbero riscrivere uno dei casi di cronaca più discussi in Italia negli ultimi 20 anni.