"Non è andato ad ammazzare Chiara Poggi". Parla la mamma di Andrea Sempio

La donna si è fermata a parlare con i giornalisti ribadendo che suo figlio non ha ucciso Chiara Poggi: "Che ci sia un'impronta di sudore sua può essere, perché ha frequentato quella casa"

"Non è andato ad ammazzare Chiara Poggi". Parla la mamma di Andrea Sempio
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"Mio figlio non può aver lasciato impronte di sangue nella casa dei Poggi perché non è andato in casa dei Poggi ad ammazzare Chiara Poggi". È questo il concetto che la mamma di Andrea Sempio, indagato nel nuovo filone di Garlasco, ha espresso in un'accorata intervista rilasciata a Morning News su Canale5. Il 37enne, ai tempi 19enne, era uno dei più cari amici di Marco Poggi, fratello della vittima, è finito al centro dell'inchiesta della procura di Pavia guidata da Fabio Napoleone ma la famiglia di Sempio è stanca che il nome del figlio sia associato a un omicidio.

"Stavo guardando la televisione e sono uscita di casa di mia iniziativa e sono venuta qui davanti perché sono stufa di sentire tante cose non vere dette dalle televisioni e da alcuni giornali, senza che vengano fatte le opportune verifiche", ha aggiunto la donna. Il nome del figlio è tornato con forza alle cronache a seguito dalla consulenza di parte della difesa di Alberto Stasi, secondo la quale nell'impronta 33 che la procura ha attribuito a Sempio ci sarebbe materiale ematico. Così come hanno fatto le altre difese, anche quella di Stasi ha presentato la propria consulenza, che ha un valore identico a quella dello stesso Sempio e della famiglia Poggi, che però vanno nella direzione opposta e tolgono l'indagato dalla scena del crimine. Tutte queste perizie potrebbero essere oggetto di dibattimento se si arrivasse a processo.

"Quello che dicono i legali di Stasi dovrà essere verificato. Che ci sia sudore o sangue non lo possiamo sapere, ma una cosa sicura è che mio figlio non può aver lasciato impronte di sangue nella casa dei Poggi perché mio figlio non è andato in casa loro ad ammazzare Chiara Poggi", sono le parole della donna, proceduralmente corrette, perché non si tratta di una perizia richiesta da un gip ma di una ricostruzione di parte. "Poi che ci sia un'impronta di sudore sua, può essere perché ha frequentato quella casa. Ma l'impronta di mio figlio c'è solo in quella parte della casa e da nessuna altra parte?", ha aggiunto la donna. Il nodo in questo caso è che la presenza di Sempio in casa per anni è stata esclusa ed è stata introdotta solo di recente.

Sullo scontrino, invece, la donna ha spiegato che "l'ha trovato mio marito e come abbiamo già detto ho deciso di tenerlo io perché, negli anni 86’, 87’ ho lavorato presso un carcere di massima sicurezza come vigilante penitenziaria e le detenute comuni, quando ti raccontavano dei loro guai giudiziari ti dicevano - qualsiasi cosa succeda, parati il fondo schiena - perché non si sa mai. La cosa più ovvia che mi è venuta in mente, magari anche sbagliando, è stata quella di conservare lo scontrino e l'ho messo in una busta di plastica e in un cassetto". Lei ha ribadito di non essere andata quel giorno a Vigevano e sulle indagini in corso si è augurata "che si chiarisca tutto il più presto possibile. Però i giornalisti la smettano di buttare fuori cavolate in ogni momento, perché così non si vive.

Noi ci stiamo rovinando la salute per questa cosa. E stamattina io ero a casa, sono uscita di proposito, perché veramente, dopo cento e passa giorni, più di centocinquanta giorni di fango addosso, siamo veramente stanchi, stanchi, stanchi".

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