Cronaca giudiziaria

Manda in ospedale la compagna: ma per il giudice lo straniero non voleva uccidere

La procura di Treviso aveva chiesto per lui 14 anni di reclusione per tentato omicidio, ma il giudice ha accolto la tesi della difesa, condannandolo in primo grado a 7 anni

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Era stato accusato di aver tentato di uccidere la propria fidanzata, massacrandola di botte al punto da renderne necessario il ricovero in ospedale per un'operazione ad un rene. Anche su queste basi, il pubblico ministero aveva chiesto per l'imputato una condanna a 14 anni di reclusione, per tentato omicidio. Alla fine ha però prevalso la tesi della difesa, che negava come l'uomo avesse intenzione di uccidere la compagna: il tribunale di Treviso lo ha perciò condannato nelle scorse ore a 7 anni. Protagonista della vicenda in questione è un cittadino straniero di 37 anni, finito a processo per aver aggredito e ferito la compagna, una ragazza italiana di 27 anni. Sulla base di quanto riportato dalla stampa veneta, già in passato il trentasettenne aveva più volte messo le mani addosso alla fidanzata al culmine di alcune discussioni, minacciandola ed imponendole di non raccontare a nessuno delle botte subìte.

E di tacere anche con gli operatori del pronto soccorso, quando in alcuni casi ha avuto bisogno di ricorrere alle loro cure. Il principale episodio di violenza risalirebbe tuttavia ad un anno fa e sarebbe avvenuto nell'abitazione del capoluogo trevigiano in cui la ragazza viveva. Qui, mentre quest'ultima era in compagnia di un'amica, l'allora fidanzato le avrebbe chiesto di fare il punto circa lo stato della loro relazione. Una discussione che sarebbe tuttavia degenerata presto, fino a quando l'uomo si sarebbe scagliato sulla compagna rifilandole pugni, calci in faccia e colpi al torace. Secondo l'accusa, prima di andarsene l'aggressore avrebbe colpito anche l'amica della giovane, la quale si sarebbe messa in mezzo per cercare di farlo ragionare. Ed avrebbe quindi requisito i telefoni cellulari delle due giovani, a quanto sembra per evitare che potessero chiamare le forze dell'ordine. Ad allertare i soccorsi e i carabinieri fu a quanto pare un vicino di casa della ventisettenne, con quest'ultima che fu portata in ospedale dove avrebbe poi subìto un delicato intervento chirurgico ad un rene.

Sulla base di quanto dichiarato dalle ragazze, i militari dell'Arma hanno successivamente rintracciato ed arrestato l'uomo, conducendolo in carcere in attesa del procedimento giudiziario. L'accusa iniziale era di tentato omicidio, per quanto l'imputato abbia rigettato parte delle accuse: ha a quanto pare ammesso di aver colpito la compagna dopo una lite, ma ha negato di averla colpita con forza e ha soprattutto negato l'intenzione di volerla uccidere. L'avvocato difensore ha quindi chiesto la riformulazione del capo d'imputazione, da tentato omicidio a lesioni aggravate. E su queste premesse, lo straniero è passato da una potenziale condanna a 14 anni ad una effettiva di 7.

Anche se l'iter potrebbe non essere terminato, visto che il legale dell'uomo si sarebbe riservato la possibilità di fare ricorso in Appello.

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