Filippo Turetta dovrà scontare l'ergastolo. Un esito scontato, vista la rinuncia dello stesso imputato, che ha 24 anni, all'appello dopo la sentenza del tribunale per l'omicidio di Giulia Cecchettin, l'11 novembre 2023. Questa mattina la corte d’Assise d'appello di Venezia si è pronunciata, dichiarando inammissibili gli appelli proposti dal pubblico ministero e della difesa di Filippo Turetta rispetto alla sentenza in corte d’assise, e quindi viene confermata la condanna all’ergastolo per omicidio volontario preme. La sentenza diventerà esecutiva con la decorrenza dei termini per il ricorso in Cassazione. Oltre alla pena carceraria, Turetta era stato condannato a risarcire le parti civili per un totale provvisionale di un milione di euro.
Così si è espresso il giudice Michele Medici: “Ci troviamo in una situazione singolare, credo che nessuno tra i presenti abbia mai avuto occasione di celebrare processo in questa situazione”. Tra gli assenti lo stesso Turetta e gli avvocati della sua difesa, Giovanni Caruso e Monica Cornaviera, sostituiti per l’occasione da Jacopo Della Valentina e Chiara Mazzocco dello studio Caruso. Dopo la rinuncia del pm e della difesa e dopo che le parti civile si sono rimesse alla decisione della corte, il presidente si è ritirato per deliberare.
La condanna Turetta era giunta un anno fa, nel 2024: era stato scelto il rito abbreviato, per cui l’iter è stato caratterizzato da poche udienze e nessun testimone. L’imputato però aveva raccontato nei dettagli l’aggressione che aveva portato all’uccisione dell’ex fidanzata 22enne, che in quei giorni avrebbe dovuto laurearsi.
Cecchettin e Turetta erano usciti insieme l’11 novembre 2023: lei doveva compiere gli ultimi acquisti prima della seduta di laurea e, mossa a compassione dall’ex che le aveva espresso propositi suicidiari, gli aveva chiesto di accompagnarla. L’aggressione è avvenuta in due momenti distinti, il primo viso da un testimone a Vigonovo, nei pressi della casa di lei, la seconda nell’area industriale di Fossò, inquadrato dalle telecamere di videosorveglianza.
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L’omicidio era stato seguito dalla fuga di Turetta, che aveva abbandonato il corpo di Cecchettin nei pressi del lago di Barcis - in un’area che di lì a poco
sarebbe stata chiusa al traffico per il pericolo di strada ghiacciata - con alcune suppellettili. Turetta era stato poi fermato in Germania e condotto in tempo di record in Italia per affrontare la giustizia.