"Noi cerchiamo giustizia per Ilaria, non meritava questa fine. Sono 7 mesi che non sentiamo il profumo e la voce di Ilaria. Noi vogliamo la nostra bambina, ci hanno tolto tutto dal cuore. Ce l'hanno strappata. Casa nostra non è più come prima". Lo hanno detto i genitori di Ilaria Sula uscendo dal Palazzo di Giustizia di Roma, dove oggi si è celebrata la prima udienza del processo a carico del 24enne Mark Antony Samson, accusato di aver ucciso l'ex fidanzata lo scorso 26 marzo in un appartamento nel quartiere Africano della Capitale. I pm, coordinati dall'aggiunto Giuseppe Cascini, contestano al giovane l'omicidio volontario aggravato dalla premeditazione, dai futili motivi e dalla relazione affettiva e l'occultumento di cadavere, quest'ultimo reato in concorso con la madre Nors Man Lapaz. La donna, che viene processata separatamente con il rito abbreviato, ha chiesto di patteggiare a due anni di reclusione. La decisione arriverà il prossimo 28 novembre.
I genitori in aula con la maglia della figlia
Mark Samson è arrivato nell’aula della terza sezione penale della Corte d’Assise a Piazzale Clodio scortato dalla polizia penitenziaria. Il giovane, vestito con jeans grigio e camicia nera, è rimasto con il capo piegato in avanti per tutta la durata dell'udienza, terminata nel tardo pomeriggio. A pochi metri dal lui c'erano la mamma e il papà di Ilaria Sula, Gezime e Flamur, che indossavano una maglia bianca con una foto della figlia e la scritta "giustizia per Ilaria". "È stato un passaggio difficilissimo, trovarsi ad un metro da una persona che ha ucciso la loro figlia. Non dimentichiamo che al centro di tutto c'è una vicenda di una ragazza che non c'è più" ha dichiarato l'avvocato Giuseppe Sforza, legale dei coniugi Sula. Tra i banchi erano seduti anche altri familiari e amici della vittima.
La Sapienza tra le parti civili
La Sapienza, dove la studendessa 22enne studiava Statistica, le associazioni "Penelope Lazio", "Per Marta e per tutte", l'Associazione italiana vittime vulnerabili, "l'associazione Demetra", e "Insieme a Marianna" hanno chiesto di potersi costituire parte civile nel procedimento. "Siamo in presenza di due studenti de La Sapienza. - ha detto l'avvocato Roberto Borgogno, legale dell'Ateneo - Ilaria aveva dimostrato grande impegno ed interesse nello studio, mentre l'imputato no. Proprio la scoperta che Samson fingeva di avere conseguito gli esami è stato uno dei motivi che ha portato all'assurda uccisione di Ilaria". Il giudice scioglierà la riserva nella prossima udienza, fissata per il 9 dicembre.
L'impianto accusatorio
Le prove raccolte durante le indagini hanno consentito agli inquirenti di chiedere il giudizio immediato per Samson, reo confesso di aver ucciso con tre coltellate la ex fidanzata nella sua abitazione di via Homs e di aver poi abbandonato il cadavere in un dirupo nella zona di Capranica Prenestina. Secondo l'accusa, dall'analisi del cellulare in uso al 24enne sarebbero emersi elementi tali da far presuporre che l'aggressione fosse premeditata.
Su quanto accaduto la mattina del 26 marzo, l'imputato ha sempre sostenuto di aver colpito Ilaria dopo aver letto sul cellulare della ragazza alcuni messaggi inviati da un altro giovane. Una versione che, però, non ha convinto gli investigatori. Agli atti dell'inchiesta ci sono una serie di chat, tra cui un messaggio inviato da Samson a un amico: "O torna con me o la uccido".