"Abbiamo colpito". Gli sms, le "cravatte" e i soldi per l'"uomo del Marocco" Cozzolino

Il punto centrale delle accuse nei confronti dell’europarlamentare napoletano del Pd è la presunta attività a favore dello Stato africano e dei suoi servizi segreti

"Abbiamo colpito". Gli sms, le "cravatte" e i soldi per l'"uomo del Marocco" Cozzolino

L’europarlamentare napoletano del Pd Andrea Cozzolino aveva contatti diretti con Abderrahim Atmoun, ambasciatore del Marocco in Polonia. Il primo giugno del 2022, durante un incontro a Varsavia tra i due, Cozzolino ha ricevuto anche “un'onorificenza e una cravatta e avrebbe discusso la linea da seguire alla commissione mista Ue-Marocco del Pe”. È quello che si legge nel testo del mandato d'arresto europeo emesso dai magistrati belgi nei confronti dell'europarlamentare italiano, notificato in una clinica di Napoli dove il politico era in cura. “Dagli elementi raccolti dai servizi segreti del Belgio – c’è scritto nel documento – appare che anche Andrea Cozzolino, insieme ad Antonio Panzeri e Francesco Giorgi, abbia ricevuto direttamente dei fondi dal signor Atmoun”.

Il Marocco al centro del caso Qatar

Il punto centrale delle accuse nei confronti di Cozzolino, quindi, è la presunta attività a favore del Marocco e dei suoi servizi segreti attraverso l’ambasciatore Atmoun, che “gioca un ruolo importante nell’ambito della corruzione ipotizzata attraverso la cessione di denaro liquido”, ha sentenziato il giudice istruttore Michel Claise. Il punto di riferimento per gli europarlamentari coinvolti nello scandalo, come riporta il Corriere della Sera, era l’ufficiale dei servizi marocchini Rabat Mohamed Belharace. Cozzolino è stato tirato in ballo dal suo ex assistente Giorgi, il quale ha evidenziato ai magistrati il ruolo dell’esponente del Pd. L’europarlamentare campano, secondo il testimone, “era coinvolto con il Marocco e aveva contatti con Atmoun grazie a Panzeri. Panzeri era il presidente della commissione Maghreb e poi ha passato il testimone a Cozzolino. Prendeva delle cravatte o degli abiti. Panzeri ne prendeva anche dopo (...). Non conosco gli importi esatti (...) si parla di qualche decina di migliaia di euro (...). Con la nuova legislatura del Parlamento occorreva trovare un successore a Panzeri a capo della summenzionata delegazione”. Cozzolino ne è diventato il presidente, e poi è stato eletto anche nella commissione d’inchiesta sull’uso del trojan Pegasus da parte del Marocco ai danni di leader europei. Fitta era, in ogni caso, la corrispondenza tramite messaggi tra l'eurodeputato e l'ambasciatore con frasi sibilline del tipo: "Risolto, abbiamo colpito" che lasciano pochi dubbi.

Chi è l’europarlamentare Pd Cozzolino

Se a Napoli negli ambienti della politica si utilizza il termine “il cinese”, il pensiero corre subito ad Andrea Cozzolino. Una lunga militanza a sinistra, che parte dal liceo classico di Torre del Greco, dove è stato tra i fondatori dell'associazione degli studenti contro la camorra negli anni '70, fino ad arrivare a Bruxelles, passando attraverso incarichi nel partito (tra l'altro quello di segretario del Pd a Napoli), e in Regione (assessore di Antonio Bassolino). Cozzolino, 60 anni, tre figli avuti da Anna Normale, figlia di un noto costruttore partenopeo, europarlamentare dal 2009, prima di questo mandato d'arresto europeo nell'ambito dell'indagine belga denominata Qatargate, era già stato al centro di una discussa tornata di primarie dem poi annullate, proprio per un sospetto di brogli con voti comprati e messi nelle urne da un folto numero di rappresentanti della comunità cinese napoletana.

Le primarie in questione erano quelle del centrosinistra per la scelta del candidato sindaco di Napoli, il 23 gennaio 2011 che Cozzolino vinse a sorpresa con il 37,3% delle preferenze (16.358 voti), principalmente raccolte nei quartieri di Secondigliano e Miano.

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