Cronaca giudiziaria

"Qui comando io". E lo straniero picchia e violenta la compagna

Un cittadino rumeno era finito a processo con l'accusa di aver picchiato, violentato e maltrattato per anni la compagna. Violenze che avvenivano spesso davanti al figlio. E nelle scorse ore è stato condannato a sette anni di reclusione dal tribunale di Pistoia

"Qui comando io". E lo straniero picchia e violenta la compagna
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Era finito a processo per violenza sessuale, lesioni personali e maltrattamenti in famiglia nei confronti dell'ex-compagna. L'avrebbe vessata per anni, picchiandola, minacciandola di morte e costringendola a rapporti sessuali contro la sua volontà. E nelle scorse ore, il tribunale di Pistoia lo ha condannato a sette anni di reclusione. Protagonista della brutta vicenda che arriva dalla Toscana è un uomo originario della Romania, che all'epoca dei fatti viveva con l'allora compagna in una realtà comunale dell'hinterland pistoiese. Stando a quanto riportato dal quotidiano La Nazione, è stata proprio la vittima a far emergere tutto, denunciando il compagno nel luglio del 2020. La situazione si era fatta per lei insostenibile soprattutto nell'ultimo periodo, a causa della gelosia che lo straniero provava nei confronti del datore di lavoro della compagna.

Gli abusi e le violenze

Ma i primi episodi contestatigli risalgono ai mesi precedenti, in quanto secondo gli inquirenti l'uomo aveva instaurato un vero e proprio clima di terrore fra le mura domestiche: non c’era giorno in cui lui non la umiliasse, accusandola di essere una cattiva madre e moglie e ricordandole chi fosse davvero a comandare in casa. Per dimostrarlo, a volte lo straniero staccava il gas impedendole di cucinare per sè. Spesso e volentieri però, non esitava a prenderla a calci e pugni, al termine di discussioni per futili motivi degenerate in vere e proprie aggressioni. Il tutto, davanti agli occhi del figlio, il quale era suo malgrado costretto ad assistere alle violenze. In altri casi la donna è stata costretta a consumare un rapporto sessuale, mentre in altri ancora avrebbe tentato di strozzarla. In un’altra occasione le avrebbe sferrato un pugno alla nuca e l’avrebbe schiaffeggiata, mandandola all’ospedale.

Le minacce di morte e la condanna

E non è tutto, dato che in più frangenti l’avrebbe minacciata di morte senza troppi giri di parole: le diceva che lei lo avrebbe mandato in prigione, ma che di sicuro quando sarebbe uscito non ci sarebbe stata più, perché qualcuno avrebbe pensato ad eliminarla per lui. "Ti faccio ammazzare", la frase che talvolta le rivolgeva per chiudere il discorso. Dopo la denuncia e il successivo sopralluogo dei carabinieri, l'uomo aveva comunque deciso di allontanarsi. Anche se la donna ha trascorso diversi mesi nella paura che il suo aguzzino potesse tornare per fargliela pagare. Temeva inoltre che le scene di violenza alle quali ha assistito il bambino potessero nuocergli sul piano dello sviluppo psicologico. Un calvario durato quindi più di un triennio, chiusosi con la condanna dello straniero.

Il quale dovrà anche corrispondere alla vittima una provvisionale di circa 10mila euro.

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