Cronaca giudiziaria

Mandato in coma dal rom, prese due donne: cosa hanno fatto

Si allargano le indagini legate al "caso Davide Ferrerio", il ventenne bolognese ridotto in fin di vita da un rom: la questura di Crotone ha reso noto l'arresto di due donne (una quarantunenne e la figlia diciassettenne) che dovranno rispondere di concorso in tentato omicidio e favoreggiamento

Il giovane Davide Ferrerio con la maglia del Bologna
Il giovane Davide Ferrerio con la maglia del Bologna

L'attività investigativa aveva presto portato all'arresto del presunto aggressore, ovvero il ventiduenne Nicolò Passalacqua nato a Colleferro (ma appartenente alla comunità rom della provincia di Crotone). La madre della vittima, ormai in coma irreversibile a seguito della violenta aggressione, aveva però auspicato non più tardi di due settimane fa un allargamento delle indagini anche agli altri soggetti coinvolti nel "caso". E così è stato: una donna di 41 anni e la figlia di 17 sono state fermate ed iscritte nelle scorse ore nel registro degli indagati, con l'accusa di favoreggiamento per aver aver aiutato Passalacqua a dileguarsi. Questi gli ultimi aggiornamenti legati al caso di Davide Ferrerio, il ventenne tifoso del Bologna brutalmente aggredito a Crotone la scorsa estate, mentre si trovava in vacanza.

A renderli noti è la questura del capoluogo crotonese, in una nota pubblicata sul proprio sito web poche ore fa. La diciassettenne sarebbe oltretutto proprio la persona che avrebbe indirettamente causato l'aggressione. Com'è ormai stato appurato dagli investigatori, alla base dell'episodio vi fu un tragico fraintendimento: Passalacqua ed alcuni familiari della giovanissima erano alla ricerca di un uomo ultratrentenne che avrebbe fatto delle avances alle minore sui social network, chiedendole un appuntamento. Ferrerio, totalmente estraneo all'accaduto, ebbe la disgrazia di trovarsi sul lungomare proprio in quel frangente, mentre aspettava un amico con il quale avrebbe dovuto recarsi proprio quella sera a mangiare una pizza. E non ebbe modo di chiarire la propria posizione, visto che fu rincorso e picchiato sino a fargli perdere i sensi. Si trova attualmente ricoverato all'ospedale Maggiore di Bologna, oramai in stato vegetativo stando a quanto dichiarato dai familiari di recente.

L'indagine però sta proseguendo in Calabria e sotto questo profilo hanno fatto la differenza l’esame delle persone informate sui fatti, l’intercettazione di conversazioni e comunicazioni, i sopralluoghi e le misurazioni, l'esame del contenuto dei cellulari sequestrati agli indagati e l'analisi delle immagini degli impianti di sorveglianza e dei lettori delle targhe installati nel territorio comunale. Controlli che ha portato all'esecuzione di una misura cautelare con l'accusa di concorso in tentato omicidio nei confronti delle due donne: la quarantunenne è stata quindi condotta in carcere, mentre l'adolescente, in quanto minorenne, è stata ristretta in una casa famiglia. L'inchiesta ha infine "scagionato" un terzo indiziato, inizialmente sospettato di aver dato il "la" alla storia scrivendo alla giovane: la questura ha fatto sapere che si trattava di un altro soggetto estraneo ai fatti che transitava sul posto.

Esattamente come Davide.

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