
Uno dei punti cruciali della nuova inchiesta aperta dalla procura di Pavia sull'omicidio di Chiara Poggi è relativo alla ricostruzione di quel che avvenne la mattina del 13 agosto 2007 nella villetta di Garlasco. Attualmente, la sentenza passata in giudicato dice che sulla scena del delitto c'era solo Alberto Stasi e che sia stato lui a uccidere l'ex fidanzata, delitto per il quale è stato condannato a 16 anni. Ma gli investigatori vogliono verificare che non possano esserci letture alternative, che riscriverebbero completamente il delitto. L'orientamento di chi indaga in questo nuovo filone è che in quella villetta potessero esserci più persone oltre alla vittima, il che aprirebbe alla possibilità di più killer.
Attualmente, come riferisce il Fatto Quotidiano, gran parte dell'indagine ruota attorno alla cucina della villetta e riparte dalla posizione delle sedie, così come sono state fotografate dai carabinieri durante i rilievi. Alcune fonti riferiscono al quotidiano diretto da Marco Travaglio che la cucina "presenta una serie di anomalie", che non possono essere certamente ignorate in questa nuova fase. Le sedie fotografate nella cucina di Garlasco, come si vede nelle immagini agli atti, sono tutte posizionate in obliquo, come se tre persone ci si fossero sedute e poi si fossero alzate senza rimettere in ordine. Ci sono poi dei pezzetti di carta sulla tovaglia, che sembrano essere stati sminuzzati da un tovagliolo, cosa che si fa quando si è molto annoiati o nervosi. Nell'immagine della cucina c'è anche il posacenere senza i mozziconi: Chiara non fumava e l'unico che fumava della famiglia Poggi era il padre, che però da giorni non era in casa perché in vacanza in Trentino.
L'altro elemento che salta all'occhio nelle immagini scattate poche ore dopo l'omocidio e la posizione degli oggetti nel cestino che si trovava in casa Poggi, dove venivano posate chiavi, telecomandi e cellulari. Seguendo la ricostruzione per ora accertata, Chiara avrebbe aperto al suo assassino alle 9.12 usando il telecomando, che però non è stato trovato in cima a tutti gli oggetti, come logica imporrebbe, bensì al di sotto della chiavetta Usb di Chiara dove c'erano le sue ricerche. Se è stato accertato che Chiara sarebbe stata aggredita subito dopo aver aperto la porta, perché il telecomando non è il primo oggetto della pila ma lo è la chiavetta? C'è poi un grappolo di impronte tra la cucina e la sala, di cui la 61 sul mobiletto sotto al microonde avrebbe tracce di sangue della vittima.
Chiunque l'abbia lasciata, era lì quando Chiara è stata uccisa ma non fu presa in considerazione perché non utile. A queste si aggiungono le tracce di scarpe non definibili, che però con le nuove tecnologie potrebbero dare altri risultati.