Cronaca giudiziaria

Fece una strage alla riunione di condominio, Campiti rinviato a giudizio

Il 57enne aprì il fuoco a una riunione in un condominio di Fidene (Roma) uccidendo quattro donne. Oltre all'accusa di omicidio aggravato dai futili motivi, Campiti dovrà rispondere anche di tentato omicidio. Il processo inizierà il 5 febbraio

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Claudio Campiti, il 57enne che l'11 dicembre 2022 aprì il fuoco durante una riunione del consorzio Valleverde in un gazebo di via Monte Gilberto, a Fidene (Roma), uccidendo quattro donne, è stato rinviato a giudizio. Lo ha deciso il gup Roberto Saulino nell'udienza preliminare, in corso oggi, fissando il processo per il 5 febbraio davanti alla Prima Corte d'Assise di Roma. All'imputato vengono contestati i reati di omicidio aggravato dalla premeditazione e dai futili motivi, tentato omicidio di altre cinque persone sedute al tavolo del consiglio di amministrazione del consorzio e lesioni personali derivate dal trauma psicologico subito dai sopravvissuti alla strage condominiale. Nel procedimento il ministero dell'Interno, quello della Difesa e il Poligono di Tiro saranno responsabili civili.

La decisione del gup sui ministeri

A chiamare in causa i ministeri e il Poligono di Roma erano stati familiari e amici delle vittime, sottolineando come la sottrazione dell'arma dal poligono di Tor di Quinto non fosse il primo caso avvenuto e che quindi addetti e vertici del poligono e i ministeri della Difesa e degli Interni si sarebbero dovuti attivare. Oggi la decisione del gup: il ministero dell'Interno, quello della Difesa e il Poligono di Tiro saranno responsabili civili nel processo a carico del 57enne. Il giudice ha escluso invece la responsabilità dell'Unione italiana tiro a segno.

La strage di condominio

I fatti risalgono all'11 dicembre 2022. Claudio Campiti, ex assicuratore, fece irruzione in un gazebo di via Monte Gilberto, a Fidene, esplodendo alcuni colpi di pistola. Durante la sparatoria morirono quattro donne: Nicoletta Golisano, Elisabetta Silenzi, Sabina Sperandio e Fabiana De Angelis. A disarmare il 57enne, complice il fatto che in quel momento l'arma si era inceppata, fu uno dei presenti. Dalle indagini era poi emerso che quel giorno Campiti era stato al Poligono di Tor Quinto procurandosi la pistola usata per l'agguato.

Dunque, secondo l'accusa, l'assalto sarebbe stato pianificato. Il killer aveva con sé anche un secondo caricatore con 170 proiettili e un coltello da sub lungo 28 centimetri. Il movente sembrerebbe riconducibile a vecchi rancori tra l'uomo e il Consorzio. "Ero esasperato - erano state le parole di Campiti - per le condotte 'mafiose' tenute da anni dagli organi deliberanti del Consorzio".

Al 57enne vengono contestati i reati di omicidio aggravato dalla premeditazione e dai futili motivi, tentato omicidio di cinque persone e lesioni personali derivate dal trauma psicologico subito dai sopravvissuti alla strage.

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