Cronaca giudiziaria

Straniero ruba more e muore in un pozzo. A processo i proprietari

Un settantasettenne albanese è stato trovato morto in un pozzo artesiano, in provincia di Perugia: voleva raggiungere un cespuglio di more situato su un terreno privato, ma dopo aver superato il cancello non si era accorto della buca profonda quattro metri. E i proprietari dell'appezzamento sono finiti a processo per omicidio colposo

Straniero ruba more e muore in un pozzo. A processo i proprietari

Aveva violato una proprietà privata per raccogliere le more che aveva intravisto sul cespuglio. Non si era però accorto della presenza di un pozzo artesiano nascosto dalle sterpaglie, e vi era caduto dentro perdendo la vita. E adesso i proprietari dell'appezzamento si trovano sotto processo con l'accusa di omicidio colposo. Questa la vicenda surreale avvenuta in un paese dell'hinterland perugino, con la procura di Perugia che ha portato in tribunale nei giorni scorsi i due titolari del terreno (fratello e sorella) mentre la moglie e i figli del defunto si sono costituiti parte civile. Stando a quanto riportato dal sito PerugiaToday, la vittima è un uomo di 77 anni originario dell'Albania e l'episodio in questione sarebbe avvenuto nell'estate del 2018 a Tuoro sul Trasimeno.

Sulla base di quanto ricostruito, lo straniero uscì di prima mattina per una passeggiata, quando ad un certo punto intravide un cespuglio di more. Quest'ultimo si trovava in un'area privata delimintata da un cancello socchiuso, ma che a quanto pare veniva costantemente violata approfittando dell'assenza dei proprietari (a quanto sembra uno dei due sarebbe disabile, mentre l'altro vivrebbe in un'altra regione). Fratello e sorella avrebbero affidato ad una persona del posto la cura del campo, ma ciò non era evidentemente bastato per scoraggiare intrusioni da parte di persone terze. Tant'è che anche l'anziano avrebbe trovato la porta semi-aperta. Ed avrebbe quindi proseguito verso il cespuglio, senza rendersi conto del pozzo profondo oltre quattro metri che lo separava dalla meta. La sua assenza allarmò i familiari, che ne denunciarono la scomparsa. Quando i carabinieri lo trovarono nel crepaccio però, per non c'era più nulla da fare: era già deceduto per "asfissia acuta meccanica violenta da annegamento".

La storia sta però proseguendo in tribunale, perchè nei guai sono finiti i proprietari "rei" di non aver curato abbastanza la loro proprietà. Secondo la procura i due “per colpa consistita in imprudenza, imperizia e negligenza” e violando la normativa sui pozzi, avrebbero cagionato la morte dell’uomo, in quanto avrebbero omesso di “riempire e sigillare il pozzo abbandonato, nonché omettevano di proteggere il pozzo con chiusura, di tenerlo pulito dalla vegetazione e di renderlo inaccessibile”. La mancata manutenzione e messa in sicurezza, sempre sulla base delle accuse, avrebbe reso impossibile alla vittima “mentre era intento a raccogliere le more in prossimità del pozzo” di avvedersi del pericolo, perché il pozzo era “non visibile in quanto completamente coperto di rovi”. Toccherà quindi al giudice pronunciarsi.

Ma l'iter potrebbe andare avanti a lungo.

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