Cronaca giudiziaria

Uccise l'amante incinta ma schivò l'ergastolo. Nuovo processo per il killer

La Cassazione ha annullato con rinvio la sentenza di condanna a 19 anni e 4 mesi per Antonio Borgia, l'uomo che uccise Ana Maria Lacramaiora Di Piazza, 30 anni, da cui aspettava un figlio

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La prima sezione penale della Cassazione ha annullato con rinvio la sentenza a 19 anni e 4 mesi di reclusione per Antonino Borgia, l'uomo che nel 2019, a Partinico (Sicilia), uccise Ana Maria Lacramaiora Di Piazza, 30 anni, con la quale intratteneva una relazione extraconiugale e da cui aspettava un figlio. I giudici hanno accolto il ricorso della Procura generale di Palermo, dopo la sentenza con cui la Corte d'appello aveva cancellato l'ergastolo inflitto in primo grado all'imprenditore palermitano.

Perché il killer schivò l'ergastolo

Stando a quanto apprende l'Agi, i giudici della Suprema Corte hanno previsto un principio di diritto secondo cui la corte palermitana, ritornando sul caso, dovrà spiegare le ragioni per cui, nel secondo grado di giudizio, dalla sentenza erano state escluse le aggravanti della premeditazione, dei motivi abietti e della crudeltà riconosciute invece nel verdetto precedente. In primo grado, infatti, l'allora 51enne era stato condannato all'ergastolo. A ottobre del 2022, i giudici della Corte d'Appello avevano poi ridotto la pena a 19 anni e 4 mesi annullando, nella fattispecie, il carcere a vita. Una valutazione molto controversa che, già al tempo, aveva fatto discutere. Borgia era stato assolto anche dall'accusa di porto di coltello poiché, in una intercettazione dal carcere, aveva rivelato di aver trovato la lama con cui colpì la compagna sul luogo del delitto.

L'indignazione dell'amica di Ana Maria

Al grande clamore mediatico per la sentenza d'Appello, seguì la reazione indignata dei familiari di Ana Maria. In primis quella di Federica, un'amica della 30enne. "Mi sembra tutto così assurdo e incomprensibile. - aveva commentato la donna in un'intervista a Repubblica.it - C'è un video che ha ripreso gli ultimi momenti di vita di Ana Maria. Quell'uomo non ha avuto alcuna pietà: il primo colpo l'ha sferrato proprio al grembo, per colpire quella piccola creatura che era diventata la sua ossessione. Voleva a tutti i costi liberarsene, mentre lei voleva tenerlo il bambino. Altro che delitto d'impeto, come dice adesso questa sentenza. Aveva un piano ben preciso".

L'omicidio

Il delitto si consumò nel primo pomeriggio del 22 novembre del 2019 a Partinico, nel Palermitano. Ana Maria, 30enne di origini rumene residente a Giardinello, già madre di un bimbo, fu accoltellata in strada da Antonio Borgia, l'uomo da cui aspettava un figlio. I due intrattenevano una relazione extraconiugale da alcuni mesi (lui era sposato).

Nonostante le difficoltà del caso, la giovane aveva deciso di tenere il bambino che portava in grembo chiedendo al compagno un contributo economico per le visite ginecologiche. Di tutta risposta, il 51enne infierì contro il grembo della donna con 10 coltellate, decidendo poi di abbandonare il cadavere nelle campagne tra Balestrate e Partinico

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