Cronaca giudiziaria

"Noi persone socialmente pericolose". Gli ecovandali tornano in piazza

Chiesta l'applicazione della misura di sorveglianza nella forma "semplice" per un anno per Simone Ficicchia, il 20enne "attivista" di Ultima generazione. Chi c'è dietro l'ultima follia eco-chic

"Noi persone socialmente pericolose". Gli ecovandali tornano in piazza

"Condotte di limitata offensività". Potrebbe cavarsela per il momento con una misura di sicurezza di sorveglianza nella forma "semplice" per un anno Simone Ficicchia, lo studente-attivista del movimento ambientalista radicale Ultima generazione. Il 20enne è stato protagonista di alcuni blitz negli ultimi mesi, tra cui quello dello scorso 7 dicembre con vernice lanciata sull'ingresso del Teatro alla Scala e quella del 2 gennaio a Roma contro Palazzo Madama. Come riporta l'Ansa, per il giovane la Questura di Pavia aveva chiesto, invece, la sorveglianza speciale per un anno con anche obbligo di soggiorno (o dimora) a Voghera, dove risiede. Obbligo che, tuttavia, secondo il pm di Milano Mauro Clerici, non deve essere applicato in questo caso e da qui la richiesta di sorveglianza "semplice", ossia con una serie di prescrizioni nei comportamenti e controlli che dovranno essere poi stabiliti dai giudici.

In attesa della decisione del Tribunale

Ora la palla passa alla sezione misure di prevenzione del Tribunale, che si è riservata di decidere sul da farsi, dopo la richiesta del pm e quella, ovviamente di "rigetto", della difesa. Il provvedimento verrà depositato entro 30 giorni. Ficicchia ha spiegato che "l'obiettivo delle nostre azioni non violente è la salvaguardia del futuro" e per questo "mettiamo in gioco i nostri corpi". Nelle azioni di "imbrattamento nei musei" o come in "quella alla Scala", ha aggiunto, "c'è sempre il rispetto per le opere d'arte, scegliamo le opere che hanno dei vetri protettivi e noi usiamo una vernice che è subito lavabile". In concomitanza con l'inizio dell'udienza svoltasi questa mattina, riporta sempre l'Ansa, si è svolto un presidio fuori dal Tribunale, al quale hanno partecipato diverse organizzazioni e alcuni esponenti della società civile, tra cui il giornalista Gad Lerner e l'ex eurodeputato Marco Cappato.

"Vogliamo autodenunciarci"

Al termine del sit-in un gruppo di cittadini presenti al presidio si è recato presso la Questura di Milano in via Fatebenefratelli per esprimere la propria preoccupazione per la "crisi climatica" e autodenunciarsi come "persone socialmente pericolose", chiedendo di essere processate come solidali con Simone Ficicchia. "Se Simone è un criminale, allora siamo tutti criminali. Se lo Stato decide di reprimere un 20enne preoccupato, continuando indisturbato a condannarci a un pianeta invivibile, allora dovrà fare lo stesso con chi lotta al suo fianco" hanno spiegato tenendo in mano copia delle denunce e dei provvedimenti emessi dalla polizia durante azioni nonviolente. A quanto si apprende dalle agenzie, sarebbero una quarantina le persone che si sarebbero dirette in questura con l'intenzione di autodenunciarsi. Sul marciapiede, prima dell'ingresso, poliziotti della Digos ha spiegato loro che non potevano autodenunciarsi, perché questo prevede la commissione di un reato, ma possono fare una segnalazione o un esposto.

Imbrattatori più che attivisti

Come ha sottolineato Camillo Langone su Il Giornale, già chiamarli "attivisti" significa far loro un complimento. Attivismo, sottolinea, è una bella parola, implica l'impegnarsi, il darsi da fare. "Ma se fai cose brutte per ragioni sbagliate era meglio se te ne stavi a casa sul divano, era meglio se te ne stavi passivo" spiega. Il millenarismo di marca apocallitica degli ambientalisti 2.0, infatti, non non può giustificare azioni che ledono la libertà altrui, come il bloccare le strade alle persone comuni che si stanno dirigendo verso il lavoro, provocando disagi su disagi a persone normalissime che nulla hanno a che vedere con ciò che questi sedicenti attivisti contestano. Perché le azioni di queste "associazioni" non si dirigono verso quelli che inquinano davvero il pianeta, predicando bene e razzolando malissimo, come il loro "guru" Bill Gates? Facile e comodo prendersela dar atto ad azioni dimostrative contro le opere d'arte che hanno l'unico obiettivo di attirare l'attenzione o mettere in scena proteste naif e autoreferenziali che fanno arrivare tardi al lavoro una mamma (o padre, per non far torto a nessuno) che ha portato il proprio bimbo a scuola. Più che una "rivoluzione" sembra infatti una protesta patinata e modaiola, che si spera "evapori" presto.

Da Extinction rebellion a Ultima generazione, il filo diretto

Ma cos'è Ultima generazione? Il blog del collettivo autore dei blitz contro Palazzo Madama e il Teatro la Scala spiega che l’Italia "è distrutta dalla crisi climatica ed ecologica". "Siamo tra i Paesi più colpiti in Europa - spiegano -e i prossimi anni saranno sempre peggio. Se non cambiamo rotta subito, presto non ci saranno più né cibo né lavoro, rischieremo di perdere le nostre case e sarà la gente comune a pagarne le conseguenze". L’organizzazione sociale come la conosciamo, affermano, ora rischia di essere spazzata via; scuole, ospedali, e tutte le infrastrutture collasseranno "se non invertiamo subito la rotta". Sul sito web del collettivo è inoltre possibile, tramite una donazione, adottare un "disobbediente". Con una donazione di 15 euro si pagano quattro pasti (rigorosamente vegani), mentre con 50 euro si finanzia l'alloggio per due persone. Pagamento con carta di credito. "Puoi garantire un contributo per pasti, alloggio e assistenza legale a chi agisce per sostenere le richieste di Ultima Generazione e lotta ogni giorno per il futuro di tutti noi" riporta il sito web.

Sul sito campeggia una foto del leader, Simone Ficicchia, con la t-shirt "Just Stop the Oil", la stessa indossata dalle due giovani attiviste che hanno gettato della salsa di pomodoro contro I Girasoli di Van Gogh a Londra e nome dell'omonimo collettivo facente parte del medesimo network internazionale di Ultima generazione. Erede e successore di Extinction Rebellion, in Gran Bretagna Just Stop Oil ha bloccato le strade nel centro di Londra lo scorso ottobre e promosso altri blitz contro i cambiamenti climatici. Just Stop Oil, che ha fatto la sua comparsa per la prima volta lo scorso aprile, non arriva dal nulla: alla testa del movimento c'è lo stratega Roger Hallam, già mente di Extinction Rebellion e di Insulate Britain. Rispetto al passato, c'è una differenza sostanziale. Mentre Extinction Rebellion e Insulate Britain facevano affidamento su attivisti più "anziani", pronti anche ad essere arrestati, Just Stop Oil è stato pianificata come una campagna guidata dai giovani e giovanissimi. Oltre al crowdfunding in corso, Dale Vince, il milionario fondatore della società di energia verde Ecotricity, ha affermato di aver dato loro 10.000 sterline.

Altri ingenti provengono dagli Stati Uniti: il Climate Emergency Fund, un fondo filantropico istituito da Aileen Getty, ha stanziato al movimento ecologista "centinaia di migliaia" di dollari.

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