Cronaca giudiziaria

"Venga al processo con la scorta". La vittima di Di Fazio ha ancora paura

Oggi inizia il processo d'appello per il manager della farmaceutica, già condannato in abbreviato a 15 anni di carcere per avere violentato e narcotizzato una studentessa con la scusa di uno stage

"Venga al processo con la scorta". La vittima di Di Fazio ha ancora paura

“Venga con la scorta”. È passato tempo, in primo grado è stato condannato a 15 anni di carcere. Ma hanno ancora paura le vittime di Antonio Di Fazio, imputato per aver narcotizzato, violentato e fotografato una studentessa 21enne, attirata nel suo appartamento con la scusa di uno stage, e per altri casi di presunti abusi, sempre con uso di benzodiazepine. Così una delle parti offese, tramite il difensore, ha chiesto che il manager della farmaceutica, che oggi sarà alla sbarra per il processo d'appello, si presenti in udienza accompagnato dalle forze dell'ordine. Inizialmente la Corte aveva accordato a Di Fazio l'autorizzazione a partecipare all'udienza senza accompagnamento. Una delle vittime ha invece chiesto ai giudici di modificare l'autorizzazione per l'imprenditore, che quindi dovrà venire in tribunale accompagnato.

Benzodiazepine alle vittime

Per la gup Anna Magelli, davanti alla quale si è svolto il processo con rito abbreviato suigli abusi, nel caso della studentessa Di Fazio ha messo in atto "una vera e propria trappola, nella quale la ragazza è caduta in totale buona fede". Di Fazio, finito in carcere nel maggio 2021 e da febbraio ai domiciliari in una struttura psichiatrica, è stato assolto in primo grado per i casi di due ragazze dalle imputazioni di "violenza sessuale diverse da quelle commesse tramite la produzione di fotografie" delle vittime che, in stato di incoscienza, aveva spogliato. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, somministrava alle ragazze importanti dosi di benzodiazepine per stordirle e poterle subito dopo fotografare nude in posizioni oscene e abusare sessualmente di loro.

La guida con lampeggiante

Nei mesi scorsi Di Fazio è stato anche condannato a 2 anni e 2 mesi di carcere per avere guidato sotto l'effetto di alcol e con un lampeggiante acceso attaccato al parabrezza, a Milano. Un processo, quest'ultimo, nato dalla denuncia della polizia locale dopo un incidente che ha coinvolto lo stesso manager la sera del 1 novembre 2019. Era alla guida della Mercedes grigia che si è scontrata con un'altra auto, sempre una Mercedes, che non aveva rispettato la precedenza, all'incrocio tra via Antonini e via Ada Negri a Milano. Nello schianto il bilancio fu di cinque feriti, tra cui il figlio dell'uomo che fu trasportato in ospedale per vari traumi. Dagli accertamenti di quella sera, emerse che Di Fazio aveva superato i limiti consentiti per la guida sotto l'effetto di alcol e inoltre viaggiava con un lampeggiante acceso attaccato al parabrezza. Altro particolare: a bordo dell'auto, seduta sul lato passeggero, c'era una delle vittime.

Anche con lei, dopo la moglie (difesa dall'avvocato Titti Zampogna) e altre ragazze, Di Fazio avrebbe utilizzato la stessa tecnica: ovvero l'uso di potenti narcotici per creare "torpore e scarsa lucidità".

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