Cronaca giudiziaria

Violò il coprifuoco durante la pandemia, il giudice lo assolve

Un cittadino era finito a processo a Pisa per aver violato il coprifuoco durante la pandemia: dopo esser stato sanzionato dai carabinieri, era stato denunciato anche per oltraggio a pubblico ufficiale. Nelle scorse ore però, il giudice lo ha assolto

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Era finito a processo per aver violato il "coprifuoco" vigente durante i mesi più duri della pandemia, apostrofando poi gli esponenti delle forze dell'ordine che procedevano a sanzionarlo sulla base del Dpcm allora in vigore. Ma nelle scorse ore, il giudice lo ha assolto: considerando come all'epoca fosse vietato uscire di casa dopo le 22:00 (se non per un valido motivo di necessità) quella sera la strada era deserta e il rischio di contagio ridotto al minimo. Protagonista della vicenda che potrebbe fare giurisprudenza è un cittadino residente a Pisa, finito sul banco degli imputati per guida in stato di ebbrezza ed oltraggio a pubblico ufficiale, dopo esser stato multato per il mancato rispetto del coprifuoco. Stando a quanto riportato dal quotidiano La Nazione, tutto sarebbe iniziato poco meno di tre anni fa, in coincidenza con la "seconda ondata" della pandemia che portò l'allora governo Conte ad decretare una serie di restrizioni volte a limitare la circolazione del virus e i contagi.

La ricostruzione dei fatti

Fra queste restrizioni, come tutti noi ricordiamo, c'era anche il divieto di circolare oltre le 22, se non per ragioni di lavoro o di impellente necessità. Una prescrizione, quest'ultima, che il protagonista di questa storia non avrebbe in quell'occasione rispettato: quella sera sarebbe infatti stato sorpreso in auto oltre l'orario allora consentito, a qualche decina di metri di distanza dalla propria abitazione. Davanti ai carabinieri, l'uomo si giustificò dicendo di esser uscito di casa per spostare il veicolo precedentemente lasciato in divieto di sosta. Una giustificazione che tuttavia non convinse del tutto i militari dell'Arma, i quali lo multarono per la violazione del Dpcm. E a quel punto l'uomo, evidentemente contrariato, fece presente agli interlocutori di non essere positivo al Covid, facendosi scappare qualche parola di troppo. "Che c***o vuoi?", avrebbe replicato all'osservazione di un carabiniere.

Le motivazioni dell'assoluzione

Un atteggiamento che ha fatto scattare l'accusa di oltraggio a pubblico ufficiale, e non solo: una volta portato in caserma, l'uomo è stato sottoposto all'alcol test risultando positivo (e rimediando quindi un'ulteriore denuncia). Denunce che lo hanno quindi portato in tribunale, con il pubblico ministero che aveva chiesto per lui la condanna ad un mese e quindici giorni di reclusione e al pagamento di una nuova multa da 1500 euro. La difesa ha invece fatto notare come l'oltraggio fosse da considerare decaduto (alla luce del verbale già compilato nel momento in cui si sarebbe verificato) focalizzandosi poi sul tasso alcolemico lievemente superiore ai limiti di legge. E ha ricordato come in quel periodo di pandemia le strade fossero deserte proprio alla luce del Dpcm, quindi in quello scenario specifico l'uomo non poteva rappresentare una minaccia per l'incolumità pubblica.

Istanze che il giudice ha infine accolto, assolvendo l'imputato.

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