
La retorica spesso stucchevole della “resistenza” all’avanzare del populismo, almeno in Germania, sta lasciando il campo ad opzioni decisamente più preoccupanti come la lotta armata. A forza di dipingere Alternative für Deutschland come il peggio del peggio, inevitabile che, prima o poi, qualcuno esagerasse. A causare scandalo sono state le parole della dirigente dei giovani Verdi tedeschi Jette Nietzard, la quale, durante un podcast dell’emittente pubblica Ard, non ha escluso a priori l’uso delle armi nel caso che il partito guidato da Alice Weidel dovesse vincere le elezioni e formare un governo. Si tratta sicuramente di un’escalation retorica che fa temere per la tenuta delle istituzioni democratiche della Bundesrepublik.
“Contro il fascismo anche le armi”
Come riportato dal quotidiano Die Welt, l’esponente giovanile dei Verdi, non nuova a sparate sensazionalistiche, ha passato il Rubicone durante il podcast Freitag-Salon della Rbb, emittente pubblica per la regione di Berlino ed il Brandeburgo. Nell’ultima puntata, la dirigente del movimento giovanile dei Verdi non solo ha parlato a lungo di come impedire all’AfD di partecipare al governo, sia a livello federale che locale ma ha citato esplicitamente l’uso della lotta armata. Il podcast, prodotto in congiunzione con il settimanale Der Freitag, ha visto la Nietzard domandarsi se la “resistenza alla partecipazione dell’AfD al governo sarà solo intellettuale o forse coinvolgerà la lotta armata”. La prospettiva non sembra preoccupare la giovane dirigente: “Dovremmo domandarci come società se siamo pronti a nascondere persone perseguitate, se siamo preparati a lottare per difendere il parlamento ad ogni costo”. Quando il conduttore gli ha chiesto se, in questo modo, non si metterebbe contro alla volontà degli elettori, la Nietzard ha risposto che la “resistenza è contro il fascismo”, anche se votato da decine di milioni di tedeschi.

La posizione viene spiegata meglio nel pezzo pubblicato sul settimanale berlinese, nel quale la dirigente si domanda se “non ci guarderemo indietro un giorno rendendoci conto che avremmo dovuto intervenire in maniera più forte. Quanto è pronta la nostra società civile, i nostri partiti alla possibilità che, a partire dal 2029, un partito di estrema destra potrebbe governare la Germania”. La Nietzard sembra alludere ad un possibile Aventino in salsa tedesca: “I partiti democratici continueranno a sedersi al Bundestag per sfidare la AfD su temi reali. Potrò ancora dire davanti ad una telecamera che gli estremisti di destra sono cattive persone? Dobbiamo pensare a come si potrebbe esplicitare la resistenza in questo caso”. La dirigente verde dice di non voler causare allarme e panico ma iniziare un dibattito sociale, chiedendosi se “siamo davvero pronti” a resistere in maniera efficace all’avanzata dell’estrema destra.
Dalla provocazione alle dimissioni
Il salto di qualità rispetto alla stanca retorica del Brandmauer, il “muro di fuoco” che da anni vede i partiti tradizionali rifiutarsi di collaborare con l’AfD senza se e senza ma, sembra evidente. Stavolta, però, la 26enne esponente dei Verdi sembra aver fatto il passo più lungo della gamba. La reazione alle sue dichiarazioni ad effetto sembra averla convinta a ritirarsi dalla politica attiva. L’annuncio è arrivato sul suo profilo Instagram: la Nietzard rimarrà in carica fino al prossimo ottobre, quando si terranno le nuove elezioni del movimento giovanile. La notizia avrà fatto tirare un respiro di sollievo alla dirigenza del partito, che in passato l’aveva criticata pesantemente per alcune iniziative decisamente sopra le righe. Lo scorso maggio, aveva causato scandalo postando una storia su Instagram vestendo una felpa con la scritta “Acab”, ovvero All Cops are Bastards: il governatore del Baden-Württemberg Winfried Kretschmann la aveva invitata a lasciare il partito e unirsi al partito di estrema sinistra Die Linke, visto che queste sparate, a suo dire, stavano solo danneggiando i Verdi.
Nemmeno al momento di dimettersi dalla carica nazionale che ricopriva dall’ottobre 2024, la Nietzard ha espresso il minimo rimorso per le sue azioni. Secondo quanto dice su Instagram, aveva solo voluto puntare il dito contro le ingiustizie, prendendosela solo “con gente che ricopre posizioni importanti”. I Verdi, a suo dire, sono troppo conformisti ma intende rimanere nel partito: “le mie idee non sono state sempre ricevute con entusiasmo da questa dirigenza federale” il che spiega perché ci sia stata parecchia ostilità nei suoi confronti. Se il richiamo alla violenza armata contro la AfD è stata solo la goccia che ha fatto traboccare il vaso, ad inizio giugno la Nietzard era finita nel mirino dei critici per un video sul conflitto di Gaza nel quale la dirigente si era “dimenticata” di ricordare come l’attacco del 7 ottobre fosse un atto terroristico ed antisemita.
Se la carriera della giovane dirigente dei Verdi potrebbe subire una battuta d’arresto, il vaso di Pandora della violenza politica sembra ormai aperto. Vedremo se le istituzioni e la società tedesca avranno la forza di richiuderlo prima che il paese ripiombi in una versione moderna dei nefasti anni di piombo.