Cronaca internazionale

Aiutò i clandestini, un vizio di forma salva l'"eroina" delle Ong

Annullato il processo per spionaggio contro l'attivista siriana Mardini: restano aperte le indagini per traffico di esseri umani e associazione a delinquere

Aiutò i clandestini, un vizio di forma salva Sarah Mardini, l'eroina delle Ong

A seguito delle pressioni sulla Grecia, esercitate anche dall'Onu, il Paese ellenico ha annullato parte del processo a carico di Sarah Mardini, migrante siriana sbarcata a Lesbo nel 2015 con lo status di rifugiata. Il suo approdo sull'isola greca fu rocambolesco: a seguito di un guasto al motore dell'imbarcazione su cui viaggiava assieme alla sorella Yusra, con cui condivideva la passione per il nuoto, aveva spinto la barca a riva mettendo in salvo gli altri 18 migranti. Questa storia ha ispirato il film Le nuotatrici, che ha ottenuto un discreto successo. Sarah Mardini si è poi trasferita in Germania, dove tutt'ora vive e studia, ma nel 2016 ha deciso di tornare in Grecia per partecipare alle attività delle Ong in mare nella ricerca dei migranti e nel 2018 è stata arrestata al largo dell'isola di Lesbo assieme all'attivista tedesco Sean Binder, trascorrendo più di 100 giorni in carcere prima di essere rilasciata su cauzione.

Sarah Mardini e Sean Binder sono accusati di spionaggio, traffico di esseri umani, appartenenza a un'organizzazione criminale e riciclaggio di denaro. La vicenda ha suscitato le proteste delle principali organizzazioni per i diritti umani in Grecia, tra cui Amnesty International e Human Rights Watch. "Processi come questo sono molto preoccupanti perché considerano criminale salvare una vita e rappresentano un precedente pericoloso", ha dichiarato la portavoce della Commissione Onu per i diritti umani, Liz Throssell. Ed è proprio a seguito di tutte queste pressioni che la Grecia ha deciso di stralciare il processo per spionaggio contro Sarah Mardini e gli altri 23 appartenenti alla organizzazione non governativa. La decisione è stata presa in virtù di alcuni difetti procedurali evidenziati dalla difesa degli attivisti, come la mancata traduzione dell'atto d'accusa per gli imputati stranieri.

Tuttavia, per il momento, la Grecia ha deciso che proseguirà l'attività sugli altri capi di imputazione. Infatti, la profuga siriana, l'attivista tedesco e gli altri appartenenti alla Ong sono ancora oggetto di indagini per traffico di esseri umani e associazione a delinquere, secondo quanto prevede l'ordinamento giuridico greco. Venerdì, durante l'udienza, Sarah Mardini non era presente in aula in quanto, proprio a seguito del procedimento, la Grecia le impedisce l'ingresso nel Paese. "Questa non è giustizia! La giustizia sarebbe stata un processo quattro anni fa in cui saremmo stati scagionati", commentano su Twitter gli attivisti.

Intanto la giustizia greca continua a fare il suo corso.

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