La Flotilla si prepara all'assalto "micidiale". E spunta un'accusa: "A bordo zero trasparenza"

Tra allerte e trattative, ecco l’affondo del fotoreporter Niccolò Celesti che era a bordo di una nave: “Ci sono troppi interessi privati”

La Flotilla si prepara all'assalto "micidiale". E spunta un'accusa: "A bordo zero trasparenza"
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La Flotilla è momentaneamente in pausa a causa di un guasto al motore della barca Johnny M, ma l’arrivo a Gaza è confermato tra quattro giorni. Il clima a bordo è rovente e suona un altro campanello d’allarme: il prossimo assalto all’iniziativa pro Pal sarà “micidiale”. Questa la previsione di Stefano Bertoldi, al comando della barca Zefiro, tra quelle colpite dai droni. “Il prossimo attacco alla Flotilla, se verrà sferrato, e i segnali mi dicono di sì, sarà micidiale” le sue parole in un video pubblicato in rete: “È probabile che stavolta possano esserci gravi feriti ed eventualmente dei morti”. Infine, l’invito a scendere in piazza: “Salvaguardiamo le vite delle persone a bordo, scendete in piazza e non fidiamoci dei nostri governi”.

Nonostante gli appelli della politica – a partire da quello del presidente Sergio Mattarella – e i moniti di Israele, il viaggio della Flotilla prosegue senza sosta. L’ipotesi più probabile è quello di un abbordaggio da parte di Israele, con tanto di arresto dei trecento partecipanti. Il rischio di incidenti resta alto, considerando che negli scorsi giorni si sono aggiunte altre dieci barche. E non mancano le accuse. “Troppi interessi privati” sulla Flotilla: questo il giudizio di Niccolò Celesti, fotoreporter sceso da una nave pro Pal. Scarsa trasparenza, il suo j’accuse riportato dalla Verità: “Se all’interno del movimento ci fosse stata più trasparenza, più rispetto e meno protagonismo, tutto questo probabilmente non sarebbe accaduto. Oggi sono io al centro dell’attenzione. Domani toccherà ad altri: ad attivisti, capitani, giovani che verranno giudicati da chi si nasconde dietro una tastiera. Ma io so da che parte sto. E continuerò a fare la mia parte, con coerenza”.

Il governo italiano monitora la situazione. Israele ha rassicurato la Farnesina che non sarà utilizzata la “forza letale” ma la tensione è palpabile. La priorità è non mettere in pericolo la vita dei naviganti, come testimoniato dal tentativo di mediare negli scorsi giorni. La risposta dalla Flotilla? Accuse su accuse.

Intervistata da Repubblica, la portavoce italiana Maria Elena Delia ha puntato il dito contro l’esecutivo reo di essersi “appropriato di un canale che si stava esplorando con il cardinale Pizzaballa, portandolo su strade diverse”: “Operazione contro la Meloni? È un movimento internazionale, ci sono persone di 44 Paesi a bordo, dubito siano interessate alle sorti del governo Meloni.

A noi, italiani inclusi, interessano la Palestina e Gaza. Se poi il governo Meloni si trova in opposizione agli obiettivi della Global Samud Flotilla e al sentimento di gran parte dell'Italia, non è certo responsabilità nostra".

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