Cronaca internazionale

"Famiglie sotto le macerie". La previsione choc: 10mila morti

In migliaia ancora sotto le macerie, si teme un bilancio da vera e propria catastrofe

"Famiglie sotto le macerie". La previsione choc: 10mila morti

Le squadre di soccorso sono all'opera, tutta la Turchia è mobilitata per raggiungere le aree disastrate dal terremoto di questa notte. Kahramanmaras, Gaziantep, Adana, sono soltanto alcune delle grandi città dove i soccorritori stanno provando a salvare le migliaia di persone ancora intrappolate tra le macerie. Ma l'ampiezza del disastro è tale che è impossibile arrivare ovunque si concentrino le urla dei cittadini che chiedono di essere tirati fuori dai palazzi accartocciati.

Un'idea delle dimensioni della tragedia l'ha resa nota nelle scorse ore l'Usgs, l'ente di sismologia degli Stati Uniti. Secondo una stima fatta dagli studiosi infatti, tra Turchia e Siria potrebbero essere morte a causa del terremoto almeno diecimila persone.

La difficile opera dei soccorritori

Le immagini dall'alto dei territori devastati dal sisma stanno svelando in modo più diretto l'entità della tragedia. Quando in tutti gli istituti di sismologia si è diffuso questa notte il livello della magnitudo, si è subito intuito che qualcosa di grave era successo. Un terremoto di 7.9 Richter, con un ipocentro così superficiale e in una zona così popolosa, poteva voler dire centinaia di palazzi collassati e migliaia di persone senza più nulla.

Con la luce del giorno e con le riprese fatte da tv e soccorritori, ogni scenario più fosco è stato purtroppo confermato. La città più colpita sembra essere stata quella di Kahramanmaras. Qui diversi quartieri non esistono più. Al loro posto solo palazzi crollati, a volte letteramente ribaltati. Un milione di abitanti e un ruolo centrale nella storia recente turca, essendo stata la località da cui è partita la rivolta che ha portato alla guerra di indipendenza più di cento anni fa, oggi Kahramanmaras rappresenta la devastazione fisica e morale dell'intera Turchia.

Attorno alla metropoli, è un insieme di villaggi spazzati via, case crollate e squadre di soccorso che provano a dare assistenza a tutti coloro che indicano familiari sotto le macerie. Sono ancora molte infatti le persone che urlano per essere individuate e i parenti per strada che provano a indicare la via ai vigili del fuoco e ai membri dell'esercito intervenuti. Il problema è dato anche dalle scosse definite di "assestamento". Gli "aftershock" nel sud della Turchia si stanno susseguendo a ritmi elevati e non stanno dando tregua ai soccorritori.

A ogni scossa, crolla almeno un palazzo. Difficile intervenire con le mani e con i mezzi con lo spettro di nuovi cedimenti e di nuove macerie in grado di rovinare per strada. Scene molto simili sono presenti anche nei quartieri centrali e periferici di Gaziantep, la città più grande di questa parte di Turchia lacerata. Più a sud, i soccorritori sono impegnati nella provincia di Hatay, lì dove l'aeroporto principale si presenta da diverse ore con la pista divelta ed è quindi impossibile da utilizzare per far giungere con maggiore rapidità gli aiuti.

Ad Adana, distante 200 km dall'epicentro, un grattacielo è venuto giù, altri palazzi sono stati pesantemente lesionati. La gente è per strada e aspetta disposizioni per capire dove poter passare la notte. Anche qui il conteggio delle vittime appare molto pesante. Così come nella vicina Siria. Il Paese martoriato dal conflitto potrebbe aver subito più danni della stessa Turchia. Aleppo, Idlib e persino la più lontana Latakia appaiono pesantemente provate dal sisma. Il governo di Damasco ha inviato i soccorsi nelle aree controllate dal proprio esercito, nelle altre in mano alle milizie dell'opposizione sono entrati in azione i "White Helmets". I caschi bianchi cioè visti all'opera nelle fasi più intense della guerra.

Le previsioni dell'Usgs

Al momento il bilancio, tra Turchia e Siria, è di 2.300 morti. Ma nessuno si illude che questa cifra, già così elevata, possa essere quella definitiva. Dagli Stati Uniti, l'Usgs ha stimato almeno diecimila vittime. Gli studiosi dell'istituto di sismologia Usa, hanno infatti previsto, considerando magnitudo, forza del sisma e numero della popolazione residente, tre scenari. Il primo comprende a un numero di vittime compreso tra mille e diecimila. Il secondo invece tra diecimila e centomila, infine il terzo, quello più catastrofico, da centomila in su.

Lo scenario più plausibile, con il 47% della probabilità che si verifichi, è il primo. Quello con il più elevato numero di morti ha una probabilità invece del 27%, il secondo invece del 20%. Comunque vada, è chiaro come purtroppo la catastrofe immaginata già con le prime notizie arrivate dalla Turchia si è puntualmente verificata. E ora si spera almeno nella diminuzione dei fenomeni sismici.

Ma prevedere la loro evoluzione con certezza è impossibile.

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