Cronaca internazionale

A che punto è la costruzione del "nuovo Kazakistan"?

In occasione del tradizionale discorso alla nazione, il presidente kazako Kassym-Jomart Tokayev ha fatto il punto sui lavori all'interno di quel cantiere, da lui aperto, che è il "nuovo Kazakistan"

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Nella giornata del primo settembre, che in Kazakistan è l'appuntamento annuale con il discorso sullo stato della nazione del presidente in carica, Kassym-Jomart Tokayev ha fatto il punto sui lavori all'interno di quel maxi-cantiere, aperto da lui in persona all'indomani degli incidenti del gennaio 2022, che è il cosiddetto "nuovo Kazakistan".

Nel discorso sullo stato della nazione di quest'anno, intitolato "Il corso economico di un Kazakistan giusto", il presidente kazako ha elencato le sfide che accompagnano la trasformazione sociale ed economica di Astana negli anni a venire e spiegato quali strategie potrebbero essere impiegate per fronteggiarle al meglio.

Il bisogno di un nuovo modello

Il Kazakistan ha raggiunto dei traguardi riguardevoli nell'ultimo triennio, tra i quali il raddoppiamento degli stipendi degli insegnanti, l'aumento di quelli dei dottori, la nascita del Fondo nazionale per l'infanzia e l'espansione della rete ospedaliera sul territorio – 300+ strutture sanitarie costruite nelle aree rurali tra il 2020 e il 2023 –, ma potrebbe essere conseguito di più. Questa è l'opinione del presidente kazako, secondo il quale Astana ha "tutte le opportunità per una potente svolta economica". Svolta che potrà avvenire, però, soltanto con l'adozione "di un nuovo modello economico, guidato non da risultati astratti, ma da un reale miglioramento nelle vite dei cittadini".

Tre sono i principi che, secondo il presidente kazako, dovranno plasmare il modello economico del nuovo Kazakistan: "equità, inclusività e pragmatismo". Questo il principale fine dell'agenda Tokayev per il prevedibile futuro: "la formazione di un solido quadro industriale capace di garantire autosufficienza economica".

I futuri piani d'azione di Astana, coerentemente con gli obiettivi di crescita fissati dal presidente kazako – pari al 6-7% annuale –, porranno particolare enfasi allo sviluppo accelerato e al potenziamento di settori strategici per l'economia nazionale, quali l'ingegneria pesante, l'arricchimento di uranio e la componentistica delle automobili. Programmate esenzioni fiscali e campagne di privatizzazione per attrarre investitori domestici e stranieri.

Uno stato digitale e sostenibile

Ricordando che il Kazakistan occupa le prime posizioni nell'E-Government Development Index delle Nazioni Unite, il principale misuratore dell'agilità digitale degli stati e dei loro organi locali, Tokayev ha annunciato di aver dato istruzioni al governo affinché l'esportazione di servizi informatici raggiunga il miliardo di dollari entro il 2026.

Astana, che nell'EGDI delle Nazioni Unite figura ventottesima - davanti a paesi come Belgio e Ungheria e poco dietro alla Svizzera -, punta a diventare un gigante dell'informatica e della tecnofinanza. Perciò, nel discorso sullo stato della nazione, il presidente Tokayev ha spiegato che saranno spianate le porte a eventuali corporazioni multinazionali del settore interessate a stabilire partenariati nel paese più digitalizzato dello spazio postsovietico.

Ma non è tutto. Nell'ottica del contrasto al cambiamento climatico, nonché della ricerca della sicurezza (e della diversificazione) energetica, il presidente kazako ha proposto di indire un referendum per interrogare la cittadinanza circa la possibilità di costruire una centrale atomica. Fonte energetica in grado di assicurare ad Astana l'agognata autosufficienza in un'era di turbolenze geoeconomiche ed energetiche, ma che al tempo stesso è sinonimo, per molti, di paure dure a morire legate al trauma di Semipalatinsk.

La locomotiva dell'Asia centrale

Il Kazakistan ha le strutture, l'expertise e le risorse naturali per sostenere un'eventuale nuclearizzazione del settore energetico – le seconde riserve di uranio più grandi del mondo, equivalenti al 13% di tutti i giacimenti (attualmente) censiti a livello planetario –, ha una popolazione giovane e in pieno boom demografico che potrebbe supportare una crescita medio-alta del pil nel medio-lungo termine – età media 29,5 anni –, e la geografia lo rende il centro nevralgico dell'Eurasia.

Investimenti nello sfruttamento di risorse naturali, nell'espansione delle rinnovabili, nella capillarizzazione delle infrastrutture di trasporto domestiche, di pari passo con l'attrazione di giganti dell'Internet e della tecnofinanza, dovrebbero permettere ad Astana di perpetuare lo status di locomotiva economica dell'Asia centrale.

Senza dimenticare che l'attuale riscrittura delle catene del valore globali, accelerata dalla pandemia di COVID19 e dalla guerra in Ucraina, giocherà a favore del centralissimo Kazakistan, il crocevia delle principali rotte commerciali che da est a ovest e che da nord a sud connettono i mercati del super-continente Asia.

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