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"Ne ho uccisi 110: non mi scuso": il nano "senza cuore" finito sulla sedia elettrica

Decine di crimini efferati, mai un segno di pentimento o di rimorso: la storia del serial killer deluso di non aver avuto la fama che meritava

Screen Real Crime via YouTube
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Accoltellamenti, soffocamenti, mutilazioni, violenze sessuali, persino episodi di cannibalismo. Donald Gaskins non rientra nell'elenco dei serial killer più famosi di sempre, ma la sua storia - purtroppo - non è priva efferatezza e crudeltà. Soprannominato sin da bambino "Pee Wee", ha agito indisturbato per diversi anni, inanellando una serie di omicidi brutali anche grazie al suo aspetto minuto e indifeso. Persiste ancora oggi qualche dubbio sul numero reale di vittime: le autorità hanno accertato 15 uccisioni, ma Gaskins ha confessato circa 110 delitti. Ma non solo: tra le ultime ammissioni, la delusione per non avere avuto la fama di assassino seriale che meritava. Status raggiunto invece tra gli altri da John Gacy, Ted Bundy e Jeffrey Dahmer, anche grazie a serie tv e documentari.

L'infanzia terribile

Donald Gaskins nasce nel 1933 nella contea di Florence, nella zona rurale della Carolina del Sud. È l'ultimo di una serie di figli illeggittimi e viene cresciuto da una serie di patrigni che gli rendono l'infanzia a dir poco tormentata. Calci, pugni, violenze di ogni tipo con i pretesti più futili: tutto all'ordine del giorno. Quando compie dieci anni, la madre sposa uno dei tanti amanti e anche lui lo brutalizza come i precedenti.

Sono per lui anni difficili, anni in cui vengono tuttavia alla luce i primi segnali di una predisposizione al sadismo. All'età di cinque anni, durante un party di carnevale, vede un serpente uccidere un topo avvolgendolo nelle sue spire: uno spettacolo che gli procura un'erezione, racconterà. Soprusi e angherie aumentano esponenzialmente, si moltiplicano, causando un sentimento sempre più intenso di rabbia verso il mondo e in particolare verso le donne.

La gang e lo stupro

Donald Gaskins nel corso dell'adolescenza stringe amicizia con due coetanei, Danny e Marsh. Forma con loro una baby gang, che compie diversi atti criminali, in particolare furti. Ma il brivido del crimine li spinge ad alzare l'asticella, fino alla prima violenza sessuale. I tre ragazzi portano la sorellina tredicenne di Marsh in una casa vuota per abusare di lei per un intero pomeriggio.

Le minacce non bastano a farla franca. La madre della vittima si accorge che qualcosa non va e riesce a farsi raccontare quanto accaduto. Donald Gaskins viene picchiato a sangue dalla madre e dal patrigno ma il dolore non è l'unica sensazione privata: il "serial killer nano", come lo ribattezza l'opinione pubblica per via dell'assenza di prestanza fisica, racconta di aver avvertito una certa eccitazione nell'essere picchiato.

L'omicidio in carcere

Rinchiuso in riformatorio in seguito a una rapina con tentato omicidio, Donald Gaskins deve fare i conti con le violenze da parte degli altri ragazzi e delle guardie. Sodomizzato più di una volta, tenta la fuga in varie occasioni, sempre senza successo. Tornato in libertà, si sposa e diventa padre di una figlia. Trova anche un lavoro stabile, ma la fase tranquilla e felice dura poco, pochissimo.

Le tendenze piromani hanno la meglio su qualsiasi buon intento, la rabbia verso il mondo intero torna a crescere, a palpitare. Emblematica l'aggressione ai danni di una ragazza, rea di averlo preso in giro per il suo aspetto: assalto con un martello e cranio fratturato. Un episodio che gli costa altri cinque anni dietro le sbarre, dove viene picchiato e abusato sistematicamente. Ma qualcosa cambia, "Pee Wee" decide di ribellarsi e per farlo è necessario ammazzare un criminale importante. A finire in trappola tal Hazel Brazell, gola tagliata da un orecchio all'altro. "Mi sentivo davvero bene. L’avevo fatto sul serio", racconta.

La catena di delitti

Scontati tre anni di prigione, Donald Gaskins torna in libertà ma dura poco. Nel 1963 viene condannato a sei anni per aver violentato una bambina di dodici anni. Rilasciato nel 1969, decide di compiere il salto di qualità dal punto di vista criminale: dopo lo stupro, l'uccisione, così da evitare la denuncia da parte delle vittime. La prima a finire nella sua trappola è una giovane autostoppista: torturata, violentata e ammazzata. Il cadavere gettato nella palude, per nascondere ogni traccia.

Per sei anni, fino al 1975, "Pee Wee" uccide donne e uomini senza incontrare particolari ostacoli. Gaskins divide gli omicidi degli autostoppisti dalle uccisioni di persone conosciute, a lui legate per rapporto di frequentazione e parentela. Da quest'ultimo punto di vista, impossibile non citare il duplice omicidio del 1970: vittime la nipote Janice Kirby (15 anni) e l'amica Patricia Ann Alsbrook (17), entrambe stuprate. E ancora, nel 1973 uno dei casi più raccapriccianti: Gaskins abusa e uccide Doreen Dempsey, 23enne all’ottavo mese di gravidanza, e la sua prima figlia di soli 2 anni.

Il divertimento e il piacere per le uccisioni sono sempre più forti e il metodo resta quasi sempre lo stesso, non lesinando "sperimentazioni", fino al cannibalismo. La sua attività da serial killer procede senza grossi problemi anche grazie al suo aspetto. Donald Gaskins viene visto da tutti come un ometto inoffensivo e molto simpatico e viene descritto dalle moglie - sei in tutto - come un buon marito e un ottimo padre. In realtà la necessità di violenza cresce in maniera radicale e nel 1975 gli omicidi si intensificano, tanto da spingerlo a errori fatali. "Pee Wee" infatti uccide la tredicenne Kim Ghelkins, che abita nel suo quartiere a North Charleston. La giovane lavora spesso come baby sitter in casa sua e per questo motivo i suoi genitori sospettano immediatamente di lui. Inoltre, l'amico Walter Neely rivela alle forze dell'ordine di aver ricevuto da Gaskins la richiesta di aiutarlo a seppellire due cadaveri.

L'arresto, la condanna e la morte

Arrestato il 14 novembre del 1975, Donald Gaskins viene processato per gli otto omicidi confessati e condannato a morte. La Corte Suprema però dichiara incostituzionale la sedia elettrica e così la sentenza viene commutata in ergastolo. Sette anni più tardi, nel 1982, uccide un detenuto mentre si trova rinchiuso nel blocco di massima sicurezza: dopo diversi tentativi tramite avvelenamento, elimina Rudolph Tyner tramite esplosivo C-4. Un lavoro su commissione, in cui Gaskins fu "assunto" dal figlio di una delle vittime di Tyner. Gaskins viene condannato di nuovo a morte e questa volta la pena capitale viene eseguita il 6 settembre 1991.

Prima di morire, "Pee Wee" afferma di aver ucciso più di 100 persone e scrive la sua autobiografia - "Final Truth. The Autobiography of a Serial Killer" - con l'aiuto dello scrittore Wilton Earle, rivelando la sua delusione non aver avuto la fama che meritava come serial killer. Mai nessun segno di rimorso o di pentimento, ma anzi una grande soddisfazione per aver condotto un'esistenza libera. "Non devo chiedere scusa a nessuno per quello che ho fatto nella mia vita.

Ho sempre avuto le mie ragioni per ogni cosa che ho fatto", la sua ultima testimonianza.

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