"Esercita un monopolio illegale": gli Stati Uniti mettono alla sbarra Amazon

Secondo la Federal Trade Commission, il colosso del commercio online avrebbe esercitato uno stretto controllo sui venditori che utilizzano la sua piattaforma, costringendoli ad una guerra di prezzi e promuovendo i propri prodotti a discapito di quelli di terze parti

"Esercita un monopolio illegale": gli Stati Uniti mettono alla sbarra Amazon
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La Federal Trade Commission ha dichiarato guerra ad Amazon. Assieme a 17 Stati, l’agenzia governativa statunitense ha accusato il titano dell’e-commerce di proteggere illegalmente il suo monopolio su ampi settori della vendita al dettaglio online, favorendo i propri servizi a discapito dei commercianti indipendenti che utilizzano la piattaforma. Secondo la Ftc e i procuratori generali, infatti, Amazon avrebbe impedito loro di offrire prezzi più bassi su altri siti e li avrebbe costretti ad utilizzare il proprio servizio di spedizione, pena il non includerli nel pacchetto Prime. Questo avrebbe portato ad un aumento dei prezzi e ad un’esperienza negativa per i consumatori.

La causa odierna mira a chiedere conto ad Amazon di queste pratiche monopolistiche e a rispristinare la promessa ormai perduta di una concorrenza libera e leale”, ha commentato Lina Khan, presidente della Ftc che da anni si occupa di investigare l’influenza del gigante di Seattle nell’ambito del commercio sulla rete. L’indagine della Federal Trade Commission è iniziata nel 2019, per verificate il forte controllo esercitato dalla piattaforma sui venditori, che avrebbe portato i concorrenti ad una guerra di prezzi punitiva. Inoltre, il suo dominio sui vari snodi del processo di compravendita dei prodotti le avrebbe permesso di schiacciare qualunque rivale, facendole ottenere il monopolio.

L’azienda, fondata da Jeff Bezos nel 1994 come libreria online, è diventata un colosso da 1,3 trilioni di dollari e con più di un milione di dipendenti, un conglomerato simili alle megacorp della letteratura fantascientifica. I tentacoli della sua influenza si protendono dal commercio al dettaglio a Hollywood, redendola una vera e propria colonna portante dell’infrastruttura di Internet. La maggior parte del suo potere deriva dal mercato online, un everything store con una gamma impareggiabile di prodotti e un’elevata velocità di consegna capace di plasmare la vita dei commercianti di tutto il mondo.

Negli ultimi anni, Amazon ha continuato a crescere nonostante i controlli sempre maggiori delle autorità. Ha acquistato la catena di ambulatori One Medical, il produttore di Roomba iRobot e il famoso studio cinematografico Metro-Goldwyn Mayer, ottenendo una partecipazione considerevole nel franchise di James Bond. Questi sono solo pezzi di un vero e proprio impero che comprende videogiochi, servizi di cloud computing e una piattaforma di streaming capace di rivaleggiare con Netflix. Questa causa si inserisce nel dibattito che da anni circonda le big tech e la mancanza di controlli governativi sulla loro influenza. Negli Stati Uniti, il procedimento potrebbe richiedere anni poiché il Congresso non ha varato nuove leggi in materia.

L’Unione europea, al contrario, è stata più aggressiva, approvando norme che regolano il modo in cui le aziende tecnologiche gestiscono i dati personali, trattano i loro concorrenti e controllano i contenuti potenzialmente dannosi.

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