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Fascino, violenza e necrofilia: la storia vera di Ted Bundy

Tra i più noti assassini seriali della storia americana, il “Killer delle studentesse” ha firmato almeno trenta omicidi. Ma il contro potrebbe essere molto più elevato

Conversations with a Killer: The Ted Bundy Tapes - Production Still Image (Netflix)
Conversations with a Killer: The Ted Bundy Tapes - Production Still Image (Netflix)
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Decine di donne rapite, violentate e uccise senza pietà. Forse 30, forse molte di più. Non si saprà mai. Il fascino per ingannare le sue vittime, ma anche chi gli stava intorno: le forze dell’ordine, i media e il sistema di giustizia penale. Basti pensare che fino a poche ore prima dell’esecuzione aveva negato ogni responsabilità sulla scia di sangue che aveva sconvolto gli Stati Uniti. Conosciuto anche come il Killer delle studentesse, Ted Bundy è uno dei serial killer più famosi di sempre e la sua storia è stata ripercorsa in più di un’occasione tra grande e piccolo schermo, tra realtà e finzione, tra luci e ombre.

Infanzia e adolescenza

Theodore Robert Cowell, il futuro Ted Bundy, nasce il 24 novembre del 1946 a Burlington, nel Vermont. Figlio illegittimo, viene prima affidato a una coppia di estranei e poi ai nonni. La madre diventa così la sorella maggiore. Il piccolo Ted adora il “padre”, Samuel Cowell, e si identifica pienamente in lui. Trascorre un’infanzia spensierata, circondato dall’affetto dei cari, anche se i conoscenti della famiglia parleranno di maltrattamenti e violenze, con il capo-famiglia paragonato a un dittatore.

Con il passare negli anni, diventa sempre più complicato celare la verità al piccolo Ted. Per questo motivo nel 1950 la madre decide di trasferissi con il figlio a Tacoma, nello Stato di Washington. Lì inizia una nuova vita, in cui afferma di essere una giovane vedova. Dopo qualche mese conosce John Culpepper Bundy e tra i due nasce l’amore. Lui, professione cuoco, fa sul serio e nel 1951 convolano a nozze. Così cambia anche il cognome di Ted, ora Bundy.

Il rapporto però non è dei migliori. Il futuro serial killer disprezza il patrigno per la scarsa istruzione e per il poco denaro. Nel frattempo Ted si contraddistingue a scuola sia per la sua intelligenza, sia per i suoi comportamenti violenti. Viene promosso con il minimo sforzo, diventa boy scout e va regolarmente in chiesa. Nessuna particolarità da segnalare nemmeno nel corso dell’adolescenza, se non la difficoltà ad instaurare rapporti con le altre ragazze.

Lo spartiacque

Ted Bundy conosce l’amore appena maggiorenne. Nel 1967 incontra Stephanie Brooks e se ne innamora perdutamente. Fa progetti, sogna un futuro insieme, il vero per sempre. La frequentazione va avanti per settimane, ma purtroppo l’esito è amaro: lei infatti decide di lasciarlo, convinta che non diventerà mai un uomo di successo. Ma è un altro il momento spartiacque nella vita del futuro Killer delle studentesse e non si tratta dell’incontro con la pornografia (una volta arrestato, punterà il dito contro le riviste hard per tutti i crimini – sessuali e non – commessi).

Nel 1969, all’età di 23 anni, Ted Bundy scopre la verità sulla sua famiglia. Già sospettoso da adolescente, trova il suo certificato di nascita a Filadelfia e scopre di essere stato registrato come figlio illegittimo di Louise Cowell e di Lloyd Marshall, laureato ed ex pilota d’aviazione. Nonostante i sospetti, si rivela una doccia gelata per Bundy, particolarmente traumatizzato dalla parola “illegittimo” stampata nei documenti. Nonostante i tentativi, non riuscirà a scoprire altre informazioni sul padre e non mancheranno scontri anche accesi con la madre per tutte le bugie raccontate per anni.

Ted Bundy diventa il Killer delle studentesse

Terminato il liceo, Ted Bundy si laurea in Psicologia e prova a farsi strada in politica, per la precisione nel Partito Repubblicano. Diventa anche famoso per il salvataggio di una bimba che stava annegando in un laghetto di un parco. Dopo qualche relazione finita male, vive un ritorno di fiamma con l’amata Stephanie Brooks. Ma anche questa volta non va come desiderato, ma per scelta dello stesso Bundy: la lascia per vendicarsi di quanto accaduto qualche anno prima. Uno scossone dal punto di vista psicologico, una vicenda che scatena una rabbia incontrollata nel rampante repubblicano. Un’ira che si scatenerà in maniera impronosticabile.

Il primo tentato omicidio di Ted Bundy è datato 4 gennaio 1974, vittima Joni Lenz: l’uomo picchia la diciottenne nel suo letto con una spranga di ferro e la picchia. La giovane riuscirà a salvare la pella, “cavandosela” con alcune lesioni gravi. Il primo assassinio avviene un mese dopo, il 1° febbraio 1974 a King County, Washington. Seguito da decine di repliche: Donna Gail Manson, Brenda Carol Ball, Nancy Wilcox, Laura Ann Aime, Susan Curtis e così via. Il modus operandi è sempre lo stesso: le vittime sono in prevalenze studentesse universitarie, attraenti, di carnagione chiara e con capelli lunghi. Ted Bundy riesce a irretirle dopo un lungo studio di abitudini e vissuti, utilizzando principalmente due metodi: o si finge in difficoltà (disabile, infortunato, ecc.) oppure impersona figure autoritarie (poliziotto, agente di sicurezza, ecc.).

Dopo aver attirato la preda, la stordisce, la ammanetta e la trasporta in un luogo isolato. Una volta ripresa conoscenza, sfoga le sue pulsioni sessuali, basti pensare alle “coreografie” legate alle sue immagini pornografiche preferite, come testimoniato dalle decine di fotografie ritrovate. Poi lo stupro e l’assassinio tramite strangolamento. Infine, la decapitazione con un’accetta o altre mutazioni. In diversi casi commette atti di necrofilia.

L'arresto e la fine dei suoi giorni

Ted Bundy viene arrestato la prima volta nel 1977 ma riesce ad evadere e a commettere altri omicidi. L’arresto definitivo avviene il 15 febbraio del 1978: viene fermato da un agente di polizia di Pensacola alla guida di un’auto rubata e, dopo una colluttazione, finisce in manette. Per sempre. Nel 1979 viene processato per due omicidi e viene condannato alla pena di morte tramite sedia elettrica. Il processo viene seguito in tutto il mondo e diventa un caso mediatico. Il colpo di scena avviene poco prima dell’esecuzione, con la confessione di aver ucciso altre 26 studentesse.

Ted Bundy viene giustiziato il 24 gennaio 1989, il corpo cremato e le ceneri disperse sulle Taylor Mountains. Il numero esatto di vittime non si saprà mai.

Ma nel frattempo la storia del Killer delle studentesse è diventata famosa in tutto il mondo tra cinema e serie tv: dal film “Ted Bundy – Fascino criminale”, con l’assassino seriale interpretato da Zac Efron, alla docuserie Netflix “Conversazioni con un Killer: Il caso Bundy”.

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