
La Francia sembra ricordarsi della laicità solo quando si tratta della religione cristiana. Sì, perché nel Paese che consente a un gruppo di islamici di fare saltare la proiezione del film “Barbie” perché in contrasto con i valori della loro religione, è arrivato il rifiuto di pubblicizzare un film su Gesù di Nazareth in metro e stazioni del Paese.
Oggi uscirà in 155 sale transalpine il film “Sacré Coeur” di Steven e Sabrina Gunnell ma la società MediaTransports - che si occupa delle campagne pubblicitarie di Sncf e Ratp – ha deciso di censurare gli spot alla pellicola in metro e stazioni. Il motivo? Il "carattere confessionale e il proselitismo" del progetto, "incompatibile con il principio di neutralità del servizio pubblico".
Come riportato da Le Figaro, la decisione è stata contestata pubblicamente da Hubert de Torcy, fondatore e amministratore di Saje Distribution, che promuove l'uscita della pellicola: "Cosa vuol dire neutralità? O si accetta tutto o si vieta ogni espressione del cristianesimo sul suolo pubblico?". Per il distributore si tratta di eccesso di zelo: "Il tema del film riguarda la storia di Francia e la cultura francese. E’ curioso che per altri film questo sia stato accettato, anche se meno legati alla figura di Cristo. Questo è un rifiuto totale”.
Il film in questione racconta le apparizioni di Gesù a Sainte Marguerite-Marie Alacoque, tra il 1673 e il 1675. Parliamo di eventi che sono stati celebrati di recente dalla stessa chiesa. La pellicola sarà distribuita in tutto il Paese, ma non avrà alcun tipo di visibilità sui trasporti pubblici. Intervistato da Europe 1, il regista Steven Gunnell ha evidenziato: "Alcuni ci hanno presentato preventivi esorbitanti, totalmente inabbordabili al nostro livello. Una società ci ha risposto di: 'No, troppo proselitismo’. Quindi 'The Nun', 'L'esorcista’, ‘Conjuring’ sì...e Gesù no".
La decisione di MediaTransports ha sollevato un polverone in rete e in molti hanno sottolineato che la società non avrebbe fatto la stessa scelta con altre religioni di mezzo.
Il regista ha rincarato la dose ai microfoni di Tribunechretienne: “In Francia, c'è un vero problema mediatico con il cristianesimo. Lo scandalo degli abusi ha gettato un'ombra enorme, ma bisogna ricordare che un testimone, un missionario, un cattolico, non è l'istituzione. Due pecore nere non significano che l'intero gregge sia marcio”.