
Sono ancora molti i dubbi da dipanare sulla dinamica del furto milionario messo a segno al Museo del Louvre di Parigi. Una sessantina investigatori sono al lavoro per ricostruire quanto accaduto e tentare di risalire all'identità dei quattro malviventi che, ieri mattina, si sono introdotti nella Galleria di Apollo per trafugare gioielli di valore inestimabile. Intanto la ministra francese della Cultura, Rachida Dati, ha annunciato l'apertura di un'inchiesta amministrativa per fare luce sulla vicenda.
I dubbi sull'allarme
Secondo quanto riporta La Repubblica, l'allarme della finestra da cui sono entrati i banditi sarebbe scattato alle 9.37, quando ormai il commando si era già allontanata dalla struttura. La procuratrice di Parigi, Laure Beccuau, ha ipotizzato che il sistema d'allarme fosse attivo, ma potrebbe non essere risuonato all'interno della galleria. L'altra ipotesi è che i custodi potrebbero averlo ignorato, dato il momento di concitazione e la priorità di mettere al sicuro i visitatori.
L'ipotesi di un complice interno
Non meno suggestiva è l'ipotesi di un complice interno, anche se al momento risulta essere priva di qualsivoglia riscontro. Nel filmato trasmesso ieri da Bfmtv si vede uno dei malviventi muoversi all'interno della sala, con addosso un gilet giallo da cantiere, senza nessun vigilante nei paraggi. L'indumento è stato poi ritrovato sul camion, dotato di piattaforma elevatrice, che i banditi hanno utilizzato per introdursi nel museo.
La denuncia di Rachida Dati: "Quarant'anni di abbandono sulla questione sicurezza"
Per ora le indagini portano nella direzione di una grossa falla nel sistema di sicurezza. La ministra francese della Cultura Rachida Dati ha puntato il dito contro i suoi predecessori al Dicastero. "La responsabilità sono i 40 anni di abbandono sulla questione della sicurezza", ha dichiarato in un'intervista all'emittente televisiva M6, aggiungendo che "è stata nascosta la polvere sotto al tappetto". Nell'ambito dei lavori annunciati da Emmanuel Macron a inizio anno, era previsto di "rimettere a norma tutti i dispositivi di sicurezza", ha spiegato Dati, precisando che i lavori di messa a norma richiedono tempo e sono rallentati dai bandi pubblici.
La Corte dei Conti
La Corte dei Conti di Parigi ha segnalato "ritardi considerevoli nella messa a norma delle installazioni tecniche" del Louvre, a cominciare da quelle relative al sistema di sicurezza. "A causa del rinvio persistente del piano direttore di modernizzazione dei dispositivi di sicurezza, l'equipaggiamento in telecamere viene essenzialmente realizzato solo nel quadro dei cantieri di riallestimento delle sale", si legge in un rapporto sulla gestione del principale museo parigino stilato dai Saggi della rue Cambon.
Secondo quanto emerge dal report, citato dall'Ansa, l'incremento della sorveglianza video al Louvre si è concentrata solo su alcune sale, come la Hall Napoléon, mentre altre (non tutte) sarebbero sprovviste di occhi elettronici.